Il Marché au Fort più forte della pioggia In 2 giorni stimati 6.500 visitatori a Bard
Nonostante il tempo incerto e piovoso, 6.500 visitatori. E’ questo il bilancio del Marché au Fort, che si è tenuto a Bard sabato e domenica scorsi, 8 e 9 ottobre, e che si è confermato la più importante vetrina del settore agroalimentare regionale. Le aziende espositrici sono state 71, appartenenti alle varie filiere: dai salumi ai formaggi, dal miele ai prodotti da forno, dalle carni ai vini e alle produzioni ortofrutticole. Ad affiancarle, in questa edizione, 2 aziende con i Presidi Slow Food della prugna Ramassin di Valle Bronta e del peperone di Capriglio.
«Il valore aggiunto della fiera è dato dall’incontro con i produttori, che sono portatori di storie personali e familiari, di tradizioni, di legami con il territorio, di impegno e di passione. - commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Davide Sapinet - Il Marché è anche un’occasione per tante piccole aziende per farsi conoscere, a livello locale e dai visitatori arrivati da fuori Valle».
«La pioggia ha condizionato la giornata di domenica, ma il Marché au Fort si conferma un appuntamento atteso, che anche in questo caso ha dato un riscontro positivo. - dichiara la presidente dell’Associazione Forte di Bard Ornella Badery - Siamo soddisfatti delle presenze al Forte che sono state pari a 3.309, in linea con quelle del 2021».
Anche tra gli espositori, nonostante il tempo incerto, si respirava un clima positivo. La storica Distilleria Cortese di Saint-Vincent è presente dal primo anno. «La fiera è sempre cresciuta per numero di espositori e per idee di allestimento. - dice Silvana Cortese - E’ il secondo anno che si svolge su 2 giorni, novità molto positiva. Piace l’incrocio tra mercato e arte del Forte e del borgo, che si presta molto».
Contento dei 2 giorni, che consentono di distribuire meglio i flussi, anche Andrea Parisi della Maison Brenla di Morgex, che produce miele e derivati, olio di noci - di cui si ottiene un litro da circa 10 chilogrammi di noci -, sale aromatizzato e farina di frumento: «E’ stata buona la produzione di miele in primavera, poi per la siccità estiva c’è stato un raccolto scarso in montagna. Partecipare al Marché è un bel biglietto da visita a livello regionale».
«Con meno calca e un flusso continuo e distribuito si riescono a spiegare meglio i prodotti. - aggiunge Paola Vittaz di Douce Vallée di Châtillon, che propone aceti di frutti di bosco, “agrodensi” di pera e mela concentrati e barricati, confetture, succhi, sciroppi e té freddi - E’ un modo anche per farli assaggiare e conoscere».
E’ il secondo anno di partecipazione per Teresa Zanin di “A’ Petits Pas” di Perloz, che sul banco espone confetture di fragole candite, artemisia mutellina essiccata e pronta per preparare il génépy e nocciole della provincia di Asti: «Rispetto all’anno scorso ho visto meno gente o per il meteo o perché il 2021 era la prima edizione dopo la pandemia e la gente aveva voglia di uscire».
Per Gabriele Rosini del Birrificio Verrezziese, aperto dal 2016, che ha anche una birra chiara a km0 prodotta con segale di Donnas, è il quinto anno al Marché, «una manifestazione che funziona, su 2 giorni ancora meglio perché c’è meno ressa».
Dalle birre ai vini, l’azienda vitivinicola di Anna De Santis di Villeneuve partecipa da anni perché «il luogo è attrattivo e l’organizzazione perfetta».
«E’ la mia fiera preferita, con tanta gente del posto e da fuori interessata ad assaggiare e a conoscere i prodotti» conferma Wanda Favre di “C’era una volta” di Fontainemore, che produce biscotti e torte con materie prime valdostane e viene a Bard dal 2014.
Positivi i risultati registrati dalla Chambre Valdôtaine, che ha collaborato all’organizzazione dell’evento con l’Associazione Forte di Bard e il Comune di Bard: nell’ambito dell’iniziativa “Sapori valdostani offerti dalla Chambre”, realizzata al fine di favorire gli acquisti da parte dei visitatori, sono stati distribuiti 1.215 buoni del valore di 10 euro, con una spesa minima generata per le imprese di circa 65mila euro. In linea con quanto registrato nelle passate edizioni, da una prima analisi dei buoni, la maggioranza degli acquirenti provenivano da fuori Valle (77 per cento), con una prevalenza di piemontesi e lombardi. Il 17 per cento dei “buoni prodotto” è andato a visitatori valdostani, mentre il 6 per cento a stranieri.