A Tavagnasco la Sagra della Miassa “Come assaggiare un pezzo di storia”

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Entra nel vivo oggi, sabato 8 ottobre, la 13esima edizione della Sagra della Miassa a Tavagnasco, organizzata dalla Pro Loco, dopo l’apertura nella serata di ieri, venerdì, in località Palatenda, del bar paninoteca che ha assicurato ai partecipanti più giovani uno spritz party e panini gourmet, in previsione del successivo appuntamento disco “Happy party 360°” a cura di Eporadio. Questo pomeriggio, alle 14.30, prende quindi il via la 13esima Rassegna delle Bande giovanili in collaborazione con la Filarmonica Vittoria di Tavagnasco 1836; a seguire, alle 17, è previsto l’avvio della vera e propria sagra della miassa, con l’apertura dello stand gastronomico che assicura la distribuzione della caratteristica cialda, molto popolare nel Canavese, formata da due leggere e fragranti croste di polenta (l’origine del nome rimanda proprio agli strati di “meliga”- mais - che si staccano dal paiolo dopo la cottura della polenta), riscaldate in 2 piastre di ferro, che possono essere farcite a piacere con cotechino, pasta di salsiccia, salumi, salignun (il tipico formaggio dal gusto intenso impreziosito da peperoncino e semi di cumino) e addirittura Nutella, per la gioia dei più piccoli. Naturalmente la miassa potrà essere accompagnata da zuppa di cavoli e zucchine, agnolotti burro e salvia, porchetta, salamelle, hamburger e patatine fritte (per possibilità di asporto della zuppa di cavoli è necessario prenotarsi ai numeri 335 8262498 o 349 0935654). L’accompagnamento musicale della giornata è assicurato dal gruppo “J’amis d’Albian” mentre per le 22 viene riproposta una nuova serata disco, stavolta a cura di Radio Quinci.

«La miassa è un piatto tradizionale del nostro territorio, - rimarca l’assessore Moreno Nicoletta - che meriterebbe davvero un approfondito recupero storico e culturale, oltre che di semplice gusto. Sarebbe auspicabile, in futuro, per le altre edizioni della sagra, soffermarsi anche sugli aspetti specifici di questo prodotto, sulla qualità del mais utilizzato e sulle tecniche di realizzazione, sulla sua identificazione territoriale e sulle differenze con l’omologa miassa valsesiana».

Elementi che certo non mancherebbero di interessare l’occasionale fruitore della miassa o il turista di passaggio, come testimonia il video sulla sua preparazione realizzato nella precedente edizione della Sagra, che arrivò a raccogliere in rete 12mila visualizzazioni. «Quello della miassa è un gusto particolare. - conclude Moreno Nicoletta - ma per goderne appieno bisogna rendersi conto anche della storia che c’è dietro».

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