A Ornavasso ha sfilato l’orgoglio walser
Nel solco di una comune radice germanica, si sono ritrovate in Val d’Ossola, al Walsertreffen 2022, 1.500 appartenenti alle comunità Walser dell'arco alpino. I gruppi venivano da Piemonte, Valle d'Aosta, Svizzera, Austria, Liechtenstein e Francia. Il raduno - che si è svolto da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre - ha rinnovato i legami di amicizia tra popoli uniti dalla storia. Risalgono al Medioevo, infatti, i primi insediamenti walser in villaggi alpini ai piedi del Monte Rosa, arrivati quasi intatti ai giorni nostri. Monsignor Franco Giulio Brambilla ha concelebrato la Messa, che è stata l’inizio della giornata, in cui 50 gruppi walser d’Europa si sono dati appuntamento in fondovalle, nell’insediamento walser più basso, a Ornavasso, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte. Il Vescovo ha rivolto parole di ammirazione, in tedesco, ai depositari delle tradizioni di genti «che hanno insegnato la religione della montagna, che non divide ma unisce, ma anche la religione della casa, e dunque della famiglia e del lavoro». E ha ricordato le tipiche abitazioni in legno con sotto la stalla e sopra il fienile, di cui tanti esempi rimangono tra le Alpi. Una sfilata ha poi rappresentato in immagini le parole del vescovo e ha espresso, più che il semplice folklore, il desiderio di ritrovarsi, con costumi tramandati di madre in figlia, in particolare l’artistico “Goldene happo”, la cuffia sormontata da una corona di pizzo rigido dorato, e tutto il corredo di strumenti musicali, attrezzi da lavoro e coreografie.
Anche il sindaco di Gressoney-Saint-Jean Mattia Alliod ha sfilato domenica nel centro di Ornavasso con il gruppo folkloristico. «È stato un piacere poter rappresentare la mia comunità sfilando per le vie del centro di Ornavasso insieme al gruppo folkloristico Greschòney Trachtengruppe, al Walser Kulturzentrum e a una folta rappresentanza di gressonare e gressonari tutti rigorosamente vestiti con il nostro splendido costume! - dichiara Mattia Alliod - È stata un’occasione per valorizzare le nostre tradizioni, la nostra cultura e la nostra tipicità che nonostante il passare degli anni continuano a tramandarsi di generazione in generazione con un forte senso di appartenenza!».
«E’ sempre un bell’avvenimento che ha luogo ogni 3 anni e riunisce tutti i popoli walser. - commenta Nicola Vicquéry, presidente del centro culturale walser di Gressoney e Issime - Gressoney ha ospitato l’evento nel 1968 e nel 1998. A turno si mantiene l’equilibrio tra i vari Paesi. Nel 2025 sarà la volta dell’Austria e ci incontreremo a Lech. Dalla Valle del Lys eravamo circa 140. Sabato si sono tenuti anche il consiglio direttivo e l’assemblea annuale dell’associazione internazionale walser, che ha sede a Briga nel Canton Vallese in Svizzera. Un mese prima avevamo inviato il resoconto delle attività annuali svolte nelle rispettive comunità. Si è deciso di aumentare di qualche euro la quota associativa, si è parlato della rivista semestrale Wir Walser e, soprattutto, della candidatura per diventare patrimonio immateriale Unesco ed essere iscritti nel registro delle buone pratiche. Infine, si è riferito dei giochi simili a quelli tradizionali valdostani, che si sono tenuti in Svizzera a inizio estate, e dei campionati internazionali walser di sci, che si sono disputati a marzo nel Principato del Liechtenstein».
Soddisfatto dell’evento anche Amando Barell, presidente del gruppo folkloristico Greschoney Trachtengruppe: «Eravamo quasi al completo, una trentina di adulti. Abbiamo ballato sabato pomeriggio in piazza San Marco e di sera al padiglione. C’erano anche altri gruppi folkloristici walser, tra cui quelli di Zermatt, Briga e Davos, e la Banda musicale La Lira di Issime».
Nel suo intervento nel corso della festa, Luciano Caveri, assessore regionale all’Istruzione, che ha rappresentato la Valle d’Aosta, ha ricordato «la fierezza della nostra Valle di avere i 3 Comuni walser della valle del Lys con le proprie peculiarità linguistiche e culturali riconosciute anche nello Statuto di autonomia speciale. Si tratta di un punto di giunzione importante con il mondo germanico, che dev’essere valorizzato e difeso a tutti i costi e l’impegno nella scuola va rafforzato d’intesa con le comunità locali, che hanno il vantaggio di avere legami forti con i walser sparsi nel resto delle Alpi».