I valdostani che vogliono costruire la “civiltà del futuro”
Nel pomeriggio di domenica scorsa, 25 settembre, si è tenuto all’area verde della Grand Place di Pollein un incontro aperto a tutti dal titolo “Costruire la civiltà del futuro”. Si è trattato di un’iniziativa popolare alla quale erano stati invitati in particolare i professionisti operanti nei vari settori della società - imprenditori, insegnanti, ecologisti, sportivi, filosofi e artisti ma pure genitori e studenti - e che è stato ideato e organizzato dall’artista e insegnante di pittura Alexandra Kharakoz di Etroubles.
A testimonianza di quanta incertezza e timore per il prossimo futuro regnino tra la gente, dopo questi 2 anni di pandemia, è stata proprio la presenza di tante persone a questo appuntamento. Le tematiche trattate hanno incluso tutti gli ambiti della quotidianità di ciascuno, con riferimento alla situazione locale, dunque alla nostra regione, e con particolare attenzione al recupero di vecchie autonomie e al proporne e realizzarne di nuove. Ci si è confrontati sulla possibilità di una moneta non vincolata all’attuale sistema economico, sulla necessità e opportunità di creare comunità nelle quali vi siano il più possibile scambi e collaborazioni di saperi e di competenze, sull’importanza di predisporre nuove forme di agricoltura e nuovi modelli di educazione dei giovani, anche sulla base delle esperienze che già sono operanti in altre regioni o che stanno nascendo nel presente in Valle d’Aosta, come le scuole parentali. Concretamente, i presenti si sono espressi per non più delegare la loro esistenza agli attuali sistemi politici ma di fare nascere responsabilmente dal “basso” nuove realtà di essere e di agire collettivamente.
«Nel pomeriggio della scorsa domenica un gruppo di donne e uomini si è ritrovato con l’obiettivo di progettare un futuro possibile. - spiega Alexandra Kharakoz - Considerando che il nostro attuale presente è il frutto di una progettazione effettuata nel passato, l’oggi può essere un momento buono per progettare un futuro auspicabile, basato sulla salvaguardia di alcuni presupposti messi ora in serio pericolo. Sono stati quindi identificati alcuni punti ritenuti fondamentali per una società più a misura degli esseri umani. Vediamo tutti come le nostre tradizioni e la nostra cultura siano state lentamente sostituite dai concetti sintetici della imperante pseudo-cultura occidentale che non ha nulla a che fare con lo sviluppo di una armoniosa società. Ci siamo lasciati isolare, siamo più lontani l’uno dall’altro e dai valori reali del nostro essere umani. Tutto questo è il risultato di una strategia intenzionale. Abbiamo quindi in questa occasione voluto tradurre e analizzare una di queste mappe di “sviluppo” progettate dai globalisti. Entro il 2035 è stata prevista la digitalizzazione di tutti gli aspetti della nostra vita, quindi la fusione di noi con un neuro-internet. Un mondo nel quale tutto e tutti saranno controllati dai satelliti. Il modello cinese verrà applicato globalmente. Questa realtà futuristica mi spaventa e non vorrei che i nostri figli debbano trovarsi a vivere in tale scenario. Preferisco provare a immaginare un’altra società decisamente più naturale. Non sopravviveremo infatti senza delle vere famiglie, senza dei cibi naturali e i nostri corpi in buona salute, privi di relazioni leali e nutrienti e senza tecnologie che ci aiutino e non ci costringano».
Gli incontri proseguiranno: chi volesse quindi contribuire o avere maggiori informazioni su questi progetti in divenire può contattare Alexandra Kharakoz al 351 5947301.