Alberto Zucchi: «Contatti con Roma per le istanze della Valle d’Aosta»
Dai commenti al risultato elettorale delle Politiche di domenica scorsa, 25 settembre, emerge che in generale vi è poca voglia di festeggiare il pareggio tra autonomisti progressisti e centrodestra, come se tutti si aspettassero un risultato diverso per poi poter andare a giocare un’altra partita: quella in Consiglio Valle.
«Siamo contenti di aver fatto passare il messaggio che gli autonomisti in Valle d’Aosta esistono, sono forti e presenti» commenta la presidente dell’Uv Cristina Machet. «Quel che mi rammarica è il dato dell’astensionismo che non va sottovalutato, e credo che tutti dobbiamo drizzare le antenne. Chiaramente vi è amarezza per non aver fatto passare Patrik Vesan al Senato per una manciata di voti - continua Cristina Machet - e penso che la colpa sia da attribuire alla candidatura di Augusto Rollandin che è riuscito nel suo intento, ovvero farci un dispetto. Nonostante tutto Patrik Vesan ha ottenuto un risultato straordinario e in un tempo brevissimo è riuscito a farsi conoscere e apprezzare da molti valdostani».
Soddisfatta a metà Marialice Boldi, segretario federale della Lega. «Abbiamo fatto un grande lavoro come coalizione girando per tutto il territorio e andando a parlare con moltissime persone. - riferisce - Nonostante tutto siamo soddisfatti del risultato, sapevamo che non sarebbe stato facile. Riguardo all’esito nazionale della Lega, ce lo aspettavamo - sottolinea Marialice Boldi - ma non pensavamo di scendere così in basso. Abbiamo comunque mandato per la prima volta a Roma un candidato di centrodestra nella coalizione che governerà il paese, speriamo che Franco Manes collabori con Nicoletta Spelgatti e che soprattutto si allinei».
Doppietta mancata per colpa della candidatura di Rollandin anche secondo il presidente della Regione Erik Lavevaz. «La candidatura di Pour L’Autonomie ha avuto il risultato di non farci eleggere il candidato al Senato. Per poche centinaia di voti abbiamo fallito il 2 a 0, in totale controtendenza rispetto a quel che è successo a livello nazionale. Il progetto è piaciuto moltissimo ai valdostani ma dobbiamo tenere anche conto che siamo stati penalizzati ad Aosta e nei grandi Comuni che hanno seguito l’ondata nazionale».
Dello stesso avviso Albert Chatrian, coordinatore di Alliance Valdôtaine: «Un risultato straordinario per l'ampio consenso ottenuto da entrambi i candidati, ma che lascia una certa amarezza per la mancata elezione di Patrik Vesan per soli 227 voti». Per Alliance Valdôtaine è «un risultato comunque positivo che conferma la bontà del progetto autonomista e progressista, che ha saputo riscuotere l'apprezzamento delle elettrici e degli elettori, in netta controtendenza rispetto al livello nazionale».
Il partito sintetizza la campagna elettorale «tutta in salita» con «una partenza in ritardo, ma tutta giocata in rimonta: giorno dopo giorno, incontro dopo incontro, ci siamo resi conto di quanto la qualità dei nostri due candidati convincesse sempre di più i valdostani. Da una parte, avevamo un sindaco di grande esperienza, un uomo del territorio, da sempre al servizio della comunità; dall'altra, puntavamo su un volto nuovo che in soli 30 giorni ha dimostrato di essere un candidato competente, saldo nei suoi valori, educato e garbato, positivo nell'atteggiamento e innovativo nel pensiero e nella visione politica».. Risultato positivo per il segretario Dem Luca Tonino: «Il centrodestra non sfonda in Valle d’Aosta e questo è innanzitutto il dato più importante. Mandiamo alla Camera un deputato come Franco Manes che è una persona per bene, preparata e con grandi competenze. Sono sinceramente dispiaciuto per Patrik Vesan che meritava di essere il Senatore della Valle d’Aosta, ancora una volta le divisioni a sinistra hanno fatto danni e consentito alla destra di vincere». Secondo Carlo Marzi, segretario della Stella Alpina, «questo risultato per la nostra coalizione - in una delle campagne elettorali più strane che abbia mai visto - è davvero qualcosa di straordinario. Bisogna comunque prendere atto che il popolo italiano ha deciso in maniera significativa di andare verso coalizioni sovraniste e di destra storica, mentre invece in Valle d’Aosta una coalizione autonomista e di centro ha fermato questa ondata». Esulta Aldo Di marco, presidente di Pour L’Autonomie, che commenta così il risultato di Augusto Rollandin: «Il nostro movimento nato da soli 2 anni ha raddoppiato i voti e non possiamo che ritenerci soddisfatti. Non abbiamo mai fatto polemica con nessuno e sinceramente non capisco le accuse gratuite nei nostri confronti». Raimondo Donzel di Valle d’Aosta aperta è soddisfatto: «Abbiamo superato sia alla Camera che al Senato il 10 per cento, con un progetto ideato in Valle d’Aosta, ovvero quello di Sinistra italiana più il Movimento Cinque Stelle, che in Italia non esiste ancora. Il dato interessante è che il voto delle nostre 2 candidate è stato omogeneo e distribuito in modo uniforme su tutto il territorio regionale. Ci siamo rivolti ad un elettorato che non accetta le proposte della destra e nemmeno il modo di fare ambiguo degli autonomisti. Un dato che dovrebbe far riflettere è come gli autonomisti non sono riusciti a sostenere nello stesso modo due candidature, e che quella più penalizzata è stata ancora una volta la candidatura espressa dal centro sinistra. Questo dimostra che tra gli autonomisti c’è chi preferirebbe le destre». Felice del risultato Alberto Zucchi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. «Per me non è un 1 a 1 ma un 2 a 1 perché a livello nazionale Fratelli d’Italia ha ottenuto una vittoria storica. Mandiamo per la prima volta a Roma un parlamentare espressione del centro destra e mi dispiace per il secondo obiettivo non raggiunto. Questo mi spinge anche ad avere la responsabilità di costruire un partito in funzione di questa vittoria, e mantenere i contatti con Roma per le istanze della Valle d’Aosta, con quello che sarà probabilmente il futuro governo Meloni».