Scuole di montagna, «Mezzo milione di euro per il settore del digitale»

Scuole di montagna, «Mezzo milione di euro per il settore del digitale»
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È’ rimasta chiusa per 25 anni, ora è il simbolo delle piccole scuole di montagna che riaprono. Per la scuola elementare di Emarèse è stata una prima campanella speciale. Il Comune valdostano di poco più di 200 abitanti, sopra Saint-Vincent, ha ospitato nella mattina di lunedì scorso, 19 settembre, l'inaugurazione dell'anno scolastico, a cui hanno partecipato l'assessore regionale all'Istruzione Luciano Caveri e la sovrintendente agli Studi Marina Fey. La cerimonia, che celebrava il ritorno sui banchi per 17.000 studenti valdostani, si è conclusa a Châtillon, all'Istituto professionale industria e artigianato Don Bosco.

«Servono politiche per sostenere le scuole di montagna», ha detto Luciano Caveri, durante l'inaugurazione. Nel suo discorso ha ricordato Joseph-Marie Tréves, fondatore de La Jeune Vallée d'Aoste, «Caposaldo dei giovani valdostani per contrastare il fascismo, anche a difesa delle scuole di villaggio».

«Oggi mantenere le scuole di montagna non è facile e ci vogliono politiche che portino a riavere persone in montagna o far sì che non scelgano di andarsene. La presenza o meno del servizio scolastico, almeno ai primi livelli, è fondamentale» ha aggiunto Caveri. In quest'ottica «ci apprestiamo a stanziare mezzo milione di euro per il settore del digitale - prosegue l'Assessore - perché dopo la parentesi scura dell'obbligo della Dad per contrastare la pandemia, la digitalizzazione può essere un elemento positivo per le scuole di montagna».

L'inaugurazione dell'anno scolastico si snoda fra Emarèse e Châtillon, all'istituto Don Bosco: «La formazione professionale è importante - continua Luciano Caveri - perché abbiamo tante industrie e imprese che cercano personale tecnico. L'esempio del Don Bosco è, da molti decenni, un'esperienza interessante».

Rispetto all'assegnazione delle cattedre vacanti (circa 200 su 600) «gli uffici stanno lavorando alacremente e da qui a giovedì (il 22 settembre scorso, ndr) saranno completate, speriamo che non ci siano ostacoli ulteriori o errori». Hanno ripreso l'attività scolastica 2.200 docenti e quasi 17 mila alunni. Di questi ultimi 2.519 nella scuola dell'infanzia, 5.048 in quella primaria, 3.565 nella secondaria di primo grado e 5.827 nella scuola secondaria di secondo grado.

E ricordando il sistema delle scuole di villaggio, Luciano Caveri nel suo blog spiega: «Parlare di “scuola valdostana” è giusto territorialmente e per una serie di spazi d'azione attraverso il nostro ordinamento, ma sono ancora larghi i poteri da ottenere per evitare cordoni ombelicali con le norme nazionali, troppo spesso inadatte e farraginose se applicate alla nostra realtà».

Per l'assessore Caveri, «esiste una resistenza conservatrice, anche dentro la scuola, che preferisce che la nostra Regione autonoma non abbia piena competenza e le ragioni politiche sono davvero incomprensibili e sfugge a salvaguardia di chissà ciò avvenga, se non per l'esistenza di un vecchiume corporativo e ideologico di chi sbandiera l'autonomia solo quando conviene».

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