Arnad, finiti i lavori di restauro del Santuario di Machaby

Arnad, finiti i lavori di restauro del Santuario di Machaby
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L’elicottero ha sollevato i ponteggi martedì scorso, 20 settembre, e ha trasportato a valle le impalcature, ultimo atto di un impegnativo intervento che, iniziato ad aprile del 2021, ha restituito alla comunità uno dei luoghi di culto più amati in Valle d’Aosta: il Santuario di Machaby a Arnad, dedicato alla Madonna delle nevi.

Un lavoro che non poteva più aspettare, dopo anni di progressivo degrado, causato dagli agenti atmosferici e dall’umidità. Ed oggi il risultato è spettacolare, perché in particolare la facciata dell’edificio religioso ha riservato l’inattesa quanto felice scoperta del recupero di consistenti porzioni dell’intonaco originale, sotto una colorazione uniforme giallo scura, con tutta probabilità di inizio Novecento.

«L’intervento che più colpisce è sicuramente il restauro della facciata - spiega Roberta Bordon, responsabile dell’Ufficio beni culturali della Diocesi di Aosta - che prima aveva appunto questo colore giallo e che adesso è tornata alla sua originale cromia di fine 1600, con un intonaco più chiaro, bianco caldo, che presenta dei decori geometrici e vegetali intorno alle finestre e agli archi. Una decorazione delicata ed elegante, che ha reso la facciata molto più interessante.»

Un restauro importante quindi che ha visto l’asportazione della tinteggiatura gialla e il recupero dell’antico intonaco: sono emersi sotto la falda del tetto un decoro a rombi che prima non si vedeva e sui lati del porticato un’altra decorazione, pure questa molto bella, con racemi vegetali ed elementi geometrici. Anche intorno alle tre finestre le cornici sono riemerse, azzurre e splendide, risalenti anch’esse all’edificazione del Santuario, mentre purtroppo non è stato possibile recuperare il contenuto dei due affreschi sopra al portico, danneggiati in maniera troppo grave.

I lavori, per un ammontare complessivo di 790 mila euro, hanno usufruito di quattro contributi: dalla Regione per il restauro degli edifici di proprietà ecclesiastica, dall’ 8x1000 della Cei a favore della Diocesi aostana, dallo specifico bando della Fondazione Crt e dal Comune di Arnad.

Gli interventi hanno riguardato inizialmente il rifacimento dei tetti dell’edificio principale e del porticato, poi si è proceduto al risanamento degli intonaci esterni e interni, al restauro del campanile e degli elementi in pietra esterni ed interni - mensole, colonne, cornici delle finestre, del portale e della facciata, balaustra dell’altare - oltre che le mensole delle edicole dei Misteri del Rosario che si trovano dietro al Santuario, con il rifacimento della pavimentazione del sagrato sotto l’ampio porticato e la sostituzione di tutte le lattonerie, a cominciare dalle grondaie.

«Anche il campanile - racconta Roberta Bordon - aveva un albero che cresceva sopra la guglia ora eliminato. Sono state, inoltre, rinforzate la stessa guglia e le colonnine in pietra sulla sommità, abbiamo restaurato l’intonaco e sono emerse anche in questo caso delle decorazioni pittoriche che hanno cambiato pure il suo aspetto.»

All’interno del Santuario sono stati rifatti gli intonaci danneggiati pesantemente dall’umidità, soprattutto quelli del lato sinistro, che poggia contro la strada che sale al villaggio di Machaby, conservando tutto il possibile.

Nel cantiere hanno lavorato tre imprese: Normino Challancin di Arnad per il tetto dell’edificio principale e del porticato, Rinaldo Garin di Bionaz con la moglie Sara Leuratti, restauratrice, per il campanile e gli intonaci esterni ed interni e per le parti in pietra, la ditta Gallarini Bonollo di Nus per la facciata. A dirigere l’impegnativo cantiere è stata l’architetta Joelle Clusaz di Avise, mentre ha coordinato la sicurezza il geometra Giorgio Nadalin di Arnad.

In questi giorni è in corso di realizzazione il bagno, accessibile ai disabili, nella Casa del Pellegrino, il grande fabbricato sulla sinistra, arrivando davanti al Santuario, di proprietà della Parrocchia di Arnad, che ha come priore don Ugo Nicco. Si tratta dell’ultimo tassello per completare un progetto ambizioso in grado di regalare dei risultati inaspettati, che verranno ufficialmente presentati nei prossimi mesi.

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