Anna Maria Revil, parte da una fotografia il racconto di una bella storia valdostana

Anna Maria Revil, parte da una fotografia il racconto di una bella storia valdostana
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L’età non sembra spaventarla, 89 anni compiuti lo scorso 19 giugno - «Ormai vado per i 90» precisa lei - e non sentirli. I suoi occhi azzurri e lo sguardo spiritoso e sorridente sembrano prendersi gioco della vita vissuta da chi racconta «quanta emozione ho provato aprendo la pagina de La Vallée Notizie, dove è stata pubblicata la foto in cui ci sono mia mamma Barbara e le mie due zie, sue sorelle Maria e Stefania “Fanny”. Ero stupita e mi sono subito chiesta come voi del giornale l’avete avuta e quanta gentilezza avete dimostrato pubblicandola. È stata per me e per i miei nipoti Enrica e Andrea Vacquin una bella sorpresa. Grazie!»

Chi parla è la signora Anna Maria Revil, classe 1933, nata a Challand-Saint-Anselme da Oreste Revil, originario di Brusson (classe 1903) e Barbara Thiébat del 1902.

Tutto nasce dunque da una fotografia pubblicata a pagina 50 su La Vallée Notizie di sabato 27 agosto scorso, nella rubrica «Foto d’Antan». L’immagine, scattata a Challand-Saint-Anselme, ritrae un gruppo di persone in posa, all’inizio degli anni Trenta, durante una fienagione.

«Non riconosco le altre persone nella fotografia - prosegue Anna Maria Revil - perché si trattava, così mi raccontavano mia madre e mio nonno materno Pietro Athanasio Thiébat, che quelli erano operai venuti a lavorare durante il periodo dei fieni. I miei genitori si conoscevano da ragazzi e si erano sposati il 31 maggio 1931 qui a Challand-Saint-Anselme: io sono nata 2 anni dopo il loro matrimonio e la foto che è stata pubblicata ritrae mia mamma quando ancora non era convolata a nozze».

Anna Maria Revil - seconda di 7 figli, nati tra il 1932 e il 1942 (Maria Teresa, Augusta, i 3 gemelli Pietro, Augusto e Adelina che sono deceduti alla nascita e Piergiorgio) - ancora oggi coltiva con le proprie mani l’orto davanti casa. È un pozzo di ricordi, capace di descrivere con grande lucidità uno spaccato di storia antica che restituiscono la Val d’Ayas ai tempi in cui i fieni si facevano, come dovunque in Valle d’Aosta, ancora a mano con il falcetto.

«Mi piacevano tanto i bambini - continua a raccontare Annamaria Revil con gli occhi che si illuminano anche quando parla dei suoi pronipoti Giulia e Gabriele – e nel 1942 quando morirono i gemelli soffrii tantissimo, forse più degli altri miei fratelli. Il mio dolore passò un pochino solo 11 mesi dopo la loro scomparsa, quando a fine anno nacque Piergiorgio. Forse per questo motivo da grande ho poi fatto la maestra d’asilo. Prima però ho dovuto studiare tanto da autodidatta».

Dopo avere frequentato la scuola elementare a Challand-Saint-Anselme e i 2 anni di avviamento (all’epoca ancora non si parlava di scuole medie) a Verrès, Anna Maria Revil trascorre i primi anni della sua adolescenza aiutando la famiglia nei lavori della campagna. Poi arriva per lei il periodo di studi da autodidatta, fino a ottenere il diploma di insegnante che le ha consentito di svolgere con passione quella che lei definisce «una vera missione».

«Poi, un giorno – racconta ancora Anna Maria Revil – si presenta a casa nostra il parroco del paese dicendomi che voleva aprire un asilo a Challand. Mi chiese se volevo insegnare ai bambini, all’epoca avevo solo 16 anni. Non me lo feci ripetere e accettai il compito. L’asilo aprì il 6 novembre del 1949 e io, la prima maestra del paese, insegnai lì per 7 anni. Poi la mia strada cambiò quando, nel 1957, dopo l’esame da privatista sono riuscita a ottenere l’abilitazione all’insegnamento: mi fu proposto l’asilo di Chambave e, nel 1960, mi trasferii invece a Chivasso dove l’Enel aveva una scuola per i figli dei propri dipendenti. A Chivasso rimasi per 24 anni, fino al 1984. Il momento della pensione è arrivato nel 1988, dopo altri 4 anni di lavoro che ho svolto, sempre per l’Enel di Chivasso, al circolo ricreativo. E adesso, alla soglia dei 90 anni, sono qui a raccontare la mia vita pensando ancora a cosa potrei fare da grande».

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