A Torille di Verrès un vigneto “super eroico” recuperato dal lavoro della famiglia Charrère

A Torille di Verrès un vigneto “super eroico” recuperato dal lavoro della famiglia Charrère
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Impossibile non notarlo, per chi transita in autostrada e in statale: a Torille di Verrès incastonato, è proprio il caso di scriverlo, tra le rocce è il vigneto “super eroico” rimesso a coltura dalla famiglia Charrère di Aymavilles, titolare dell’etichetta Les Crêtes, che corrisponde al maggiore produttore privato della Valle d’Aosta.

«Il vigneto di Torille - racconta Elena Charrère, che con la sorella Eleonora rappresenta la terza generazione dell’azienda - è una delle nostre nuove acquisizioni ed è il sogno di nostro padre Costantino che diventa realtà. La salvaguardia del patrimonio ampelografico è fondamentale per la protezione e la conservazione del territorio valdostano. Questo è un punto cardine per chi, come noi, lavora con il territorio, sul territorio e per il territorio. Per questo motivo abbiamo continuato ad investire, come ci ha insegnato papà Costantino, nel recupero di vecchi vigneti, come quello a pergola di Verrès, puntando sulla varietà autoctona del Picotendro, cioè il Nebbiolo.»

Un lavoro straordinario, una vera cartolina per chi apprezza le testimonianze del lavoro dei nostri antenati e le vede oggi nuovamente produttive. «Questo progetto - continua Elena Charrère - nasce per vinificare in purezza il nostro Nebbiolo Sommet DOP, che è autoctono valdostano e che ci dà un assaggio indiscusso di quanto il territorio possa incidere su una varietà più nota come piemontese, con dei risultati davvero interessanti.» Al momento la produzione del Nebbiolo Sommet di Les Crêtes è limitata a poche migliaia di bottiglie, frutto della coltivazione di piccole vigne a Arnad e ad Issogne, ma la richiesta del mercato per questo vino è forte, visto che la qualità delle annate già commercializzate è risultata eccellente.

«Si è trattato di un intervento importante - spiega Elena Charrère - che ha richiesto il notevole impegno di ricostituire un antico vigneto a pergola, caratterizzato dai pilastri in pietra intonacati e terrazzato, in stato di completo abbandono, uno dei tanti che la nostra piccola Valle ha purtroppo visto, nel corso dell’ultimo secolo, non più coltivati.»

Lo spettacolare vigneto di Torille entrerà in produzione il prossimo anno. «La sua peculiarità - conclude Elena Charrère - riguarda la composizione del terreno, a tessitura limosa e sabbiosa. Questo elemento, assieme alla presenza di un’antica filovia di raccordo tra la vigna e la Dora Baltea, fornisce l’indicazione che l’origine del suolo deriva da un antico riporto di sabbia dall’alveo fluviale. Ricoperto di asparagi selvatici e di erbe aromatiche questo appezzamento di tremila metri quadrati suddivisi in sette gradoni è inaccessibile a qualsiasi mezzo, tanto che ha richiesto per il suo reimpianto il ricorso all’elicottero e, come per tutti gli altri nostri vigneti, una lavorazione completamente manuale.»

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