Don Silvio Perrin, una vita tra fede e comunità La Salle ha dato l’ultimo saluto al suo parroco

Don Silvio Perrin, una vita tra fede e comunità La Salle ha dato l’ultimo saluto al suo parroco
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Don Silvio Perrin era una persona seria, rigorosa, anche severa. Lunedì scorso, 5 settembre, guardando dal cielo la “sua” chiesa di La Salle, gli sarà però probabilmente sfuggito un sorriso vedendola così gremita di persone, proprio come aveva sempre desiderato. Nei suoi 65 anni da parroco, i suoi richiami alla partecipazione alla celebrazione domenicale e ai sacramenti sono stati continui fino all’ultimo perché per lui la fede non era un passatempo o una moda ma una responsabile scelta di vita. E tutta la comunità lo ha omaggiato durante i suoi funerali, officiati dal vescovo monsignor Franco Lovignana.

Il Dio per cui ha sempre vissuto lo ha chiamato a sé sabato scorso, 3 settembre, all’Ospedale Beauregard dove era ricoverato da alcuni giorni. Si era dimesso dal suo incarico di parroco solo domenica 14 agosto scorso quando il suo posto è stato preso da don Paolo Viganò.

Nato a Torgnon il 7 luglio 1929, don Silvio Perrin compì i suoi studi al Seminario di Aosta e fu ordinato sacerdote da monsignor Maturino Blanchet il 12 giugno 1953. Svolse il primo ministero a Châtillon come vicario parrocchiale e rettore di Promiod dal 1° luglio 1953 fino a quando venne nominato parroco di La Salle il 22 novembre 1957. Nei lunghi anni alla guida di quella parrocchia, ha unito la fede profondissima all’attività sociale: ha creato, ingrandito e diretto per più di 30 anni Casa Famiglia, voluta per accogliere gli anziani che non potevano più vivere da soli; si è preoccupato anche dei giovani utilizzando e ristrutturando la vecchia cappella, sconsacrata, dei Penitenti, nel centro del paese, facendo nascere l'Oratorio della Valdigne. Ha promosso la ristrutturazione di 18 cappelle votive nei villaggi.

Sono stati 65 anni di dedizione totale alla sua comunità, ricchi di zelo pastorale, di iniziative e di grande generosità: catechismi, predicazione, missioni, quarantore. Al suo arrivo nella sua nuova Parrocchia il primo nome che trascrisse nell'elenco dei battezzati fu quello di Franco Lovignana, non sapendo che sarebbe diventato Vescovo di Aosta. Tre anni fa un'altra vocazione, quella di don Alessandro Valerioti, ora vice parroco a Châtillon, Pontey, Montjovet e Saint-Denis. Vale la pena ricordare l’annuale pellegrinaggio a piedi dalla chiesa parrocchiale di La Salle al santuario di Notre-Dame de la Guérison a Courmayeur, pellegrinaggio da lui istituito e realizzato la prima volta l’8 settembre 1958. Ha dato anche il suo contributo alla fondazione della sezione dell’Avis - di cui è stato il primo presidente - e alla realizzazione dell’irrigazione dell’adret. Ha inoltre diretto l’Ufficio catechistico diocesano dal 1968 al 1995 e dal 1976 al 1994 è stato coordinatore diocesano della Pastorale.

Nello scorso mese di agosto ha rassegnato le dimissioni con grande sofferenza ma ha affrontato il doloroso passaggio con spirito di fede e grande dignità. «Oggi contano le cose materiali, - diceva nell’ultima intervista pubblicata su La Vallée Notizie sabato 13 agosto scorso - è molto più facile sistemare la chiesa, la casa parrocchiale e le tante cappelle che abbiamo che convertire un'anima dal lato spirituale». Una missione - quella della conversione delle anime - che ha caratterizzato tutta la sua vita, fino all’ultimo istante.

Lascia la sorella Livia e il fratello Carlo.

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