Gorbaciov, il leader russo che cancellò la Guerra fredda e che nel 2001 a St-Vincent parlava delle emergenze di oggi
È un ricordo ancora nitido nella memoria di molti, quello della partecipazione di Mikhail Gorbaciov - mancato all’età di 91 anni nella serata di martedì 30 agosto al Central Clinical Hospital di Mosca - a un colloquio internazionale che fu organizzato dalla Direzione del Casinò della Vallée il 21 marzo 2001. Lo statista russo, che svolse un ruolo cruciale per porre fine alla cosiddetta Guerra fredda e far cadere la Cortina di ferro, venne eletto presidente dell’Unione Sovietica il 15 marzo 1990 - anno in cui fu insignito del Nobel per la Pace- e si dimise il 25 dicembre 1991. Al Forum mondiale sulla governabilità nella cittadina termale, sul modo in cui affrontare le emergenze quali quelle della carenza d’acqua e di cibo, sulle disparità economiche, erano presenti anche Giulio Andreotti - nominato senatore a vita nel 1991 - e il generale Wojciek Jaruselski, già presidente polacco. A fare gli onori di casa fu l’allora presidente della Giunta regionale Dino Viérin che racconta: «Gorbaciov mi colpì immediatamente, al di là della famosa voglia sulla testa, per la sua grande capacità di comunicare e per l’espressione degli occhi. Insomma emanava un forte carisma». Ma Gorbaciov, in una situazione come quella attuale, segnata dal drammatico conflitto tra Russia e Ucraina, avrebbe potuto giocare un ruolo per la pace? «Sicuramente non avrebbe sostenuto le mire espansionistiche di Putin, - risponde Dino Vierin - però è sinceramente difficile mettere a confronto due epoche diverse come quella in cui Gorbaciov era un protagonista del panorama politico mondiale e quella che stiamo vivendo. Diciamo che comunque l’Occidente ha commesso l’errore di dare più credibilità a Putin che a Gorbaciov». Dino Vierin aggiunge: «Di quella giornata ricordo molto bene anche Giulio Andreotti. Era proprio come è stato rappresentato nel film “Il divo” di Paolo Sorrentino: sempre curvo, intento a prendere appunti su un taccuino».
A quell’incontro c’era, in veste di presidente dell’Unionturismo, anche Gianfranco Fisanotti che rammenta: «In quella occasione, ho consegnato all’ultimo leader dell’Urss una grolla dell’amicizia realizzata dall’orafo aostano Riccardo Chatrian, presente alla consegna. Era un omaggio ad una personalità molto amata in Occidente per il suo contributo fondamentale alla distensione internazionale. Il presidente Gorbaciov mi rivolse uno sguardo incuriosito, chiedendomi il perché di quel dono. Gli risposi semplicemente: “Perestrojka e glasnost!”. Lui sorrise e mi strinse la mano: gli presentai Chatrian e strinse la mano anche a lui poi passò la grolla alla guardia del corpo». Gianfranco Fisanotti conclude: «Mi sembra doveroso, nella circostanza della morte di questo grande protagonista mondiale, ricordarlo anche perché fu proprio lui, Gorbaciov, a porre fine al clima di ostilità, di ricorso alle armi e di guerra fredda insieme a Ronald Reagan: era verso la metà degli anni Ottanta ed era un esempio di ciò che dovrebbe accadere oggi per porre fine al conflitto in corso».