Tavagnasco, un manoscritto del Settecento getta nuova luce sulla storia della chiesa
Una sorpresa dal passato, rinvenuta nella sagrestia della chiesa parrocchiale di Santa Margherita, a Tavagnasco, dove probabilmente è rimasta, dimenticata da tutti, per almeno 240 anni. Il ritrovamento, avvenuto nei giorni scorsi, di un antico manoscritto, la cui stesura è cominciata nel 1761 ed è proseguita negli anni successivi, vergato dalla penna d’oca dell’allora parroco del paese, don Giovanni Martino Balla, sembra l’incipit di un romanzo di Dan Brown. Il prezioso oggetto, una specie di quaderno rilegato con filo e copertina rigida, composto da circa 200 pagine, è stato scovato da don Luca Pastore nei locali della sagrestia, durante un riordinamento generale degli ambienti, rivelandosi fin da subito un prezioso documento che descrive, in modo particolareggiato, tutte le fasi di progettazione e realizzazione dell’edificio religioso, l’attuale chiesa di Tavagnasco, che sorge sul sito di una più antica costruzione, demolita proprio nel 1761 e risalente al 1409 (chiesa che fu poi eretta a pieve nel 1444). Un ritrovamento emozionante, che non ha mancato di colpire immediatamente il suo artefice, conscio del valore storico della scoperta, vera e propria capsula temporale che riporta indietro di oltre 2 secoli.
«Soprattutto è la testimonia della creazione della basilica da parte di una comunità di fedeli, priva di mezzi ma animata da grande fede, capace di raggiungere nonostante tutto il suo scopo e consegnare alle generazioni future un’opera meravigliosa e d’inalterata bellezza» commentato don Luca Pastore. L’esistenza di questo testo non era comunque stata del tutto dimenticata nel tempo: infatti un accenno al manoscritto si trovava nell’elenco dei parroci del paese, vergato in una grande pergamena custodita in una teca di legno massiccio, appesa ad una parete della sagrestia. Proprio accanto al nome del parroco di allora, don Giovanni Martino Balla, ordinato nel 1753 e morto del 1789, era indicato il titolo del volumetto in questione, che però risultava incompiuto per mano del parroco, vittima di sopraggiunta cecità, e completato da un altro autore.
Anche il sindaco Giovanni Franchino, appassionato di storia locale e in modo particolare di quella del paese che amministra, entusiasta per l’inaspettato ritrovamento, si è subito attivato, in accordo con la Curia, per agevolare il restauro del volume e la sua trascrizione, in modo da poter approntare presto delle copie del testo, almeno una decina, da consegnare all’archivio diocesano, alla parrocchia di Tavagnasco e alla Biblioteca del paese nonché a quella regionale.
«La storia della nostra parrocchiale - dice Giovanni Franchino - era già stata ampiamente documentata dal volume scritto dal nostro storico locale, Angelo Renzo Varesotti, ma questo diario manoscritto sarà indispensabile per aggiungere a quanto già si conosceva importanti elementi inediti, scritti di prima mano e per testimonianza diretta». Secondo le previsioni del Sindaco, il volume potrà essere presentato alla comunità, già restaurato, entro la fine dell’anno, prima di essere riposto al sicuro ed eventualmente esposto ancora in occasioni di eventi speciali, come la Patronale di Tavagnasco.