Don Luigi Maquignaz, prete alpinista e guida di Papa Giovanni Paolo II
Nella serata di martedì scorso, 16 agosto, al priorato di Saint-Pierre è mancato don Luigi Maquignaz, figura di prete alpinista che tanto ha dato alla diocesi aostana, soprattutto nel periodo che lo vide parroco a Saint-Martin de Corléans, in una zona della città in fortissima espansione edilizia e con tanti contrasti sociale, dove seppe conquistare un ruolo traversale di stima e di affetto.
Nato a Valtournenche il 24 febbraio 1929, Luigi Maquignaz studiò al Seminario di Aosta e poi all’Università di Friburgo. Venne ordinato sacerdote dal vescovo Maturino Blanchet il 12 giugno 1953 e destinato a Courmayeur come vicario parrocchiale per pochi mesi, prima di assumere lo stesso ufficio in Cattedrale ad Aosta dal 15 dicembre 1953 fino al 27 aprile 1960, giovane e dinamico animatore dell’oratorio del San Luigi nel cui piccolo cortile gioca a calcio con i ragazzi in tonaca.
Il 28 aprile 1960 diventò parroco di Saint-Pierre e nell’agosto di sette anni dopo fu nominato rettore ed economo del Seminario maggiore, incarico che ricoprirà fino al 19 agosto 1970, quando il vescovo Ovidio Lari lo nominò parroco di Aymavilles, dove si fece promotore, in anticipo sui tempi, della creazione della Casa Famiglia per l’assistenza degli anziani nell’ex residenza del vicario di Saint-Léger. Fu in quel periodo che incontrò don Luigi Giussani e divenne il referente in Valle d’Aosta del Movimento di Comunione e Liberazione di cui resterà punto di riferimento fino all’ultimo, confessore e consigliere di tanti uomini e donne, ragazzi all’epoca.
Il 1° settembre del 1980 diventa parroco di Saint-Martin de Corléans ad Aosta, proprio nel momento in cui sta “nascendo” la nuova chiesa, la Pagoda, sotto la quale viene realizzato un vasto spazio dedicato ai giovani, ai loro giochi, tanto che è qui che iniziano le attività di numerosi sport, come ad esempio il minibasket o le arti marziali. Rimarrà responsabile della grande parrocchia fino al 27 ottobre 2006, lasciando un grande rimpianto dopo ventisei anni.
Nel frattempo, nel 1994 il vescovo Lari gli aveva affidato il delicato compito di economo diocesano e, praticamente in contemporanea, il ruolo di accompagnatore lui valido alpinista - di Papa Giovanni Paolo II durante le sue vacanze estive in Valle d’Aosta.
Iperattivo, don Luigi Maquignaz ha inoltre promosso molti progetti di recupero e di restauro di edifici ecclesiastici significativi, in particolare il Seminario maggiore e la Villa del Seminario a Valtournenche, come pure è stato anche l’artefice della nascita e della costruzione dei Monasteri di Quart e di Saint-Oyen.
L’ultimo suo incarico ufficiale è quello di direttore ed economo del Priorato di Saint-Pierre dal 28 ottobre 2006 al 1° settembre 2019, l’anno in cui - con merito - è stato nominato Chevalier de l’Autonomie dalla Regione.
Un sacerdote in quota
Don Luigi Maquignaz come tutti i Maquignaz è originario di Valtournenche, più esattamente di Crépin, ed ha cominciato ad arrampicare da bambino, quando andava al pascolo con le mucche. Il nonno materno era il Daniel Maquignaz che aveva scalato per primo il Dente del Gigante a Courmayeur e l’altro nonno Gabriel era anche lui amante della montagna e gli zii Antonio ed Amato con Guido Rey avevano scalato la Cresta di Fürggen. Dodicesimo di quattordici figli, venuto al mondo in una famiglia di saldi valori, ascoltava i racconti dei parenti alpinisti e sognava di poter arrivare in cima al Cervino. Ci riuscirà per ben trentanove volte. Comincia facendo il portatore, trasportando carichi fino in vetta al Cervino che ha scalato per la prima volta nel 1946, a diciassette anni, in giornata, partendo dal Breuil e tornando a dormire a Valtournenche. Dotato di un fisico imponente, poco più che diciottenne, nel 1947, frequentò il corso da portatore e diventò effettivo nella Società delle guide del Cervino, in cui restò fino al 1963. Nel 1953 ha avuto la grande soddisfazione di aprire una nuova via sulla sud est del Cervino con Luigi Carrel, detto Carrellino, ed Italo Muzio. Con loro aveva anche scalato in ventiquattro ore la Cresta Rey alla Dufour, partendo dalla Monte Rosa Hütte e andando a dormire alla Capanna Regina Margherita: la prima ripetizione dopo quarant'anni. Don Maquignaz era pure un gran camminatore: ancora studente, il 1 ottobre, finite le vacanze estive, raggiungeva talvolta il Seminario a piedi, da Valtournenche fino ad Aosta.
Quando nel 1953 arrivò in Cattedrale di Aosta trasmise il suo amore per la montagna ai suoi ragazzi, con i quali partiva alle due del mattino dal centro cittadino e arrivava in giornata in vetta all'Emilius. Tra i fondatori della squadra di calcio Olimpia, don Luigi Maquignaz ha sempre ritenuto lo sport un momento formativo importante, che educa al sacrificio, alla fatica e al dominio di sé. Oltre a seguire i giovani con gli scout e nello sport, per qualche tempo era stato pure cappellano all'allora Scuola Militare Alpina. La montagna è stata per lui, oltre che fonte di soddisfazione, occasione di apostolato. Don Maquignaz ha accompagnato tanti ragazzi in montagna, ha collaborato a portare la statua della Madonna sull'Emilius nel 1956 e sul Ruitor nel 1958, con i giovani dell'Azione cattolica e gli Alpini, servendosi dei muli e di una slitta. Negli ultimi anni saliva ancora in montagna, ma solo con l'immaginazione: «Quando mi trovavo a La Flatière, a Les Houches, di fronte al Monte Bianco, nella casa per esercizi spirituali, dalla sala conferenze certe volte mi perdevo a guardare la montagna, a cercarvi la via e la scalavo con il pensiero». Così ha fatto ancora per anni e dal Priorato di Saint-Pierre lo sguardo saliva alla piramide della Grivola, montagna difficile, che paragonava al suo Cervino.