“Auguste”, la statua dell’imperatore è una copia di quella a Martigny

“Auguste”, la statua dell’imperatore è una copia di quella a Martigny
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La statua dell’imperatore Augusto di fronte all’Arco d’Augusto ha innescato più di una polemica. Martedì 26 luglio, in occasione dell’inaugurazione, o il mecenate svizzero Léonard Gianadda ha spiegato l’origine e la motivazione del suo dono alla presidenza del Consiglio Valle, che poi ha ceduto l’opera alla città di Aosta. «E’ un dono prezioso che non potevamo rifiutare. - spiega il sindaco Gianni Nuti - Un monumento moderno che ha una sua ragione d’essere, è simbolico e l’abbiamo collocato nell’unico posto possibile individuato con la Soprintendenza ai beni culturali». Due storie si intrecciano, quella di una città romana che trova spazio anche per opere contemporanee e quella di una lunga amicizia internazionale, fatta d’arte e di sperimentazioni.

I tre imperatori

Nel 2020, Léonard Gianadda ha avviato il rinnovo dei gradini dell’anfiteatro di Martigny, un monumento del secondo secolo dopo Cristo. Il suo gesto coinvolge non solo Aosta e Martigny ma anche la città francese di Vaison-la-romaine, scenari di collaborazioni artistiche con la Fondation Gianadda. A Martigny, patria svizzera del mecenate, in 6 mesi l’anfiteatro è stato portato a nuova vita e, per dargli ulteriore valore, Léonard Gianadda ha deciso di finanziare l’elaborazione e la posa in questa sede di 3 statue in bronzo, che rappresentano gli imperatori Claudio, Cesare e Augusto. Una copia della statua di Claudio è stata donata a Vaison-la-romaine, gemellata con Martigny, e una copia della statua di Augusto è stata destinata alla Valle d’Aosta - da qui la spiegazione della scritta “Auguste” in francese sul basamento che ha sollevato tante perpelessità -, dove alla collaborazione ultradecennale con Etroubles si aggiunge l’affetto per Aosta, che l’ha voluto insignire dell’onorificenza di “Ami”. La riflessione cui invita il mecenate da Martigny, con il progetto dedicato all’antichità, è il confronto dello spettatore con i simboli del passato, per meditare sul valore della cittadinanza, anche oggi, in un incrocio creativo tra arte e storia.

Il posto giusto

La copia della statua dell’imperatore Augusto doveva però trovare ad Aosta una posizione che soddisfacesse diversi requisiti. «Come lo stesso scultore Gabriele Garbolino Ru ha spiegato in più occasioni - dichiara il sindaco Gianni Nuti - la statua risponde ad una scelta estetica. Anche se è realizzata con la tecnica della fusione in bronzo a cera persa, è l’interpretazione di un’opera antica, una rivisitazione. Si tratta di un’opera contemporanea, anche se utilizza un linguaggio arcaico». Nella ricerca di uno spazio di competenza del Comune, è quindi stata scartata l’opzione di porre la statua davanti all’Arco d’Augusto, per non creare fraintendimenti in chi entra in città. Si è poi valutata la grande aiuola con il platano secolare, ma il basamento troppo pesante avrebbe danneggiato le radici della pianta, protetta come albero monumentale, e la statua sarebbe risultata, esteticamente, posta troppo in alto. La scelta è quindi ricaduta sulla piazzetta, dove ora la si può ammirare.

Da sinistra la statua di Augusto a Martigny e la sua copia ad Aosta

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