Casinò, crescono gli introiti: a luglio il miglior risultato dal 2018 «Per il rilancio potrebbe servire l’impegno finanziario di un privato»
Albergatori e operatori turistici sono tutti d'accordo: in questo periodo i turisti non mancano. I dati relativi alle presenze sono positivi, e d’altronde basta guardarsi intorno. Il caldo spinge le persone dalle città (anche) alle montagne. E i turisti non si dedicano solamente a escursioni e gite in quota. E’ un flusso che porta beneficio pure al Casinò di Saint-Vincent. Lo conferma l’amministratore unico Rodolfo Buat.
«Sì, anche noi registriamo dati positivi. I risultati di gioco crescono a luglio del 3,8 per cento rispetto al luglio 2021. Il dato progressivo a luglio è il miglior risultato dal 2018 con incremento su quell’anno del 2 per cento. Ma anche il Grand Hotel Billia dimostra una capacità di crescita con un risultato superiore del 10 per cento rispetto al luglio 2019, e superiore certamente rispetto al 2021 che però è stato l’anno della riapertura e del riavviamento».
In particolare solo nel mese di luglio 2022 gli introiti dei giochi ammontano a 5,7 milioni di euro, erano 5,5 milioni nello stesso mese del 2021. Il progressivo relativo agli introiti di gioco ad oggi è 35,3 milioni di euro, nel 2018 gli incassi dei primi 7 mesi ammontavano a 31,9 milioni.
Quali sono le criticità riscontrate?
«A differenza di altri la nostra azienda può contare su una struttura ricettiva importante con quasi 200 camere disponibili. Non abbiamo sofferto di carenza di disponibilità. Abbiamo invece sofferto e soffriamo per la carenza di personale qualificato. Si tratta di una vera e propria emergenza che deve spingerci a ridefinire le politiche formative. Ad esempio secondo noi la scuola alberghiera deve avviare corsi di riqualificazione per personale adulto da reinserire nei ruoli della filiera turistica. E’ un modo per rafforzare le competenze, là dove la buona volontà non è sufficiente».
E’ un tema che riguarda solo la struttura alberghiera?
«Principalmente sì, ma in futuro potremmo avere difficoltà anche nella Casa da Gioco. Ad esempio ad oggi non siamo riusciti a identificare tirocinanti da inserire nelle manutenzioni delle slot machine. Abbiamo con fatica riattivato l’impiego di personale abilitato nel passato al ruolo di croupier che vorremmo oggi utilizzare nei fine settimana. E’ vero che oggi non possiamo garantire un progetto e quindi è normale riscontrare esitazioni da parte delle persone. Vedremo in futuro. Stiamo collaborando con una società di somministrazione di personale per l’avvio di una scuola per croupier e sarà interessante vedere quale interesse raccoglieremo».
Dopo due anni segnati dal Covid, con che spirito i vostri clienti si stanno riproponendo nelle sale da gioco?
«I clienti dei giochi lavorati rispondono con un grande interesse. E infatti i giochi lavorati stanno trainando la ripresa della società. I clienti dei giochi elettronici soffrono di più una congiuntura difficile caratterizzata da un incremento dei costi di trasporto, da una riduzione del potere di acquisto e, in generale, da un’incertezza delle prospettive economiche. Teniamo anche conto che il cliente dei giochi lavorati ha nel casinò un punto di riferimento esclusivo. Il gioco elettronico consente alternative magari più prossime al cliente, anche se meno interessanti».
A che punto siamo con il concordato?
«Stiamo rispettando gli impegni sia in termini economici che in termini finanziari. Abbiamo pagato come si sa i creditori privilegiati. Per gli altri l’appuntamento con la prima rata di quattro è a giugno 2023. Ma vorremmo anticipare il più possibile. Se non ci sono sorprese negative, possiamo fare il primo pagamento entro l’anno».
Quindi i problemi sono finiti?
«No, purtroppo. L’azienda sta reagendo con le risorse che ha disposizione, sufficienti per garantire la continuità. Ma un’azienda senza un progetto di sviluppo inevitabilmente nel tempo regredisce. Occorre pensare già oggi a un progetto di rilancio che avrà inevitabilmente dei costi perché si tratta di intervenire nella manutenzione delle strutture di gioco e di ospitalità, di ammodernare le attrezzatture, di rafforzare la comunicazione anche attraverso il rifacimento dei siti aziendali, di investire in risorse umane anche nell’area manageriale. E’ possibile che tutto ciò richieda l’impegno finanziario di un soggetto privato. Un tema su cui riflettere».
Come sono le relazioni con le organizzazioni sindacali?
«Le relazioni con le organizzazioni sindacali sono positive. Ad esempio nell’area alberghiera abbiamo sottoscritto di recente importanti accordi in tema di lavoro stagionale e a tempo determinato e in tema di tirocini professionalizzanti. Nella Casa da Gioco vi è un costante aggiornamento su modelli organizzativi e profili professionali. Lavoriamo lungo i binari del concordato che prevede obiettivi stringenti in termini di organico e di costo del lavoro. Anche per questo abbiamo agevolato l’uscita di 16 lavoratori, che naturalmente non dovranno essere sostituiti se non per alcune attività residuali. La forza lavoro complessiva è oggi inferiore alle 400 unità previste dal piano».
Vi era però un tema aperto per ciò che riguarda il contratto di lavoro della Casa da Gioco.
«Sì, è un tema ancora aperto ed è un tema di grande complessità. Vi è però, se non un’intesa, almeno l’accettazione del fatto che l’azienda adotti un Regolamento aziendale provvisorio che regola la parte normativa e la parte economica del rapporto di lavoro. Si tratta di un regolamento integrato dagli accordi sindacali in essere stipulati nel corso della ristrutturazione aziendale. E integrato dagli accordi individuali delle persone attualmente in forza. Il regolamento costituisce la base per la trattiva volta alla definizione di un nuovo contratto collettivo aziendale. E’ un percorso obbligato senza il quale, la società dovrebbe, come previsto, estendere a tutti i lavoratori il contratto collettivo nazionale di lavoro del settore Turismo».
Per ciò che concerne i nuovi progetti, cosa vi è in cantiere?
«La maggiore attenzione è rivolta alla struttura alberghiera. E’ indispensabile crescere nel segmento congressuale, perché è ciò che consente di far crescere i ricavi, ma anche di stabilizzare la struttura operativa. Da settembre partirà un importante progetto di sviluppo commerciale con una società specializzata che ha accettato di condividere con noi questa sfida e che sarà infatti remunerato solo sui risultati prodotti. Abbiamo poi riaperto la nostra vetrina su Booking che costituisce oggi un importante canale di vendita per i clienti individuali e i piccoli gruppi. Ma un obiettivo che ci sta particolarmente a cuore è aprire il Grand Hotel Billia a una clientela di prossimità».
In che senso?
«Vorremmo che i valdostani e i piemontesi sentissero la nostra struttura come un luogo abituale dove trascorrere una serata o darsi un appuntamento per un caffè o un aperitivo. O anche in questa stagione per trascorre un pomeriggio a bordo piscina. E’ una cornice unica sotto il profilo architettonico e ambientale. Ed è facilmente accessibile. Vi è una timidezza storica a frequentare un luogo considerato esclusivo. E’ certamente un luogo glamour, ma assolutamente inclusivo e competitivo anche dal punto di vista dei prezzi, con proposte di assoluta eccellenza dalla nostra cucina e dalla nostra pasticceria. Siamo e ci sentiamo debitori di una tradizione consolidata nel tempo e riconosciuta in tutta Italia che vorremmo condividere con semplicità e con orgoglio».
E per la Casa da Gioco?
«La priorità è trovare un partner per la gestione della Sala Evolution oggi non utilizzata. Siamo interessati a una soluzione che contribuisca allo sviluppo dell’attività di gioco e che al tempo stesso incrementi l’afflusso turistico a Saint-Vincent».