«Quella statua dell’imperatore Augusto è solo una grossolana imitazione»

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Personalmente, da cittadino aostano, appassionato d’arte e studente universitario di Antichità classiche, mi fa sorridere la polemica scatenatasi in Consiglio comunale ad Aosta riguardo alla collocazione, che concordo essere del tutto inappropriata, della statua dell’imperatore Ottaviano Augusto concessa in comodato d’uso (il che, si badi bene, è ben diverso dall’essere stata donata come sostengono alcuni) dal mecenate svizzero Léonard Gianadda.

Opera di Gabriele Garbolino Ru, la copia del celebre Augusto di Prima Porta, conservato ai Musei Vaticani, appare fin da subito all’osservatore anche meno attento come una grossolana imitazione che nemmeno si avvicina all’inarrivabile originale e neanche alla copia, oramai storicizzata, e certamente molto meglio eseguita, che si trova nel viale della stazione e che, assieme alla statua gemella del dittatore romano Giulio Cesare, sembra essere ormai abbandonata all’incuria.

Se la stentata replica dell’originale, a partire dalla goffa imitazione del panneggio del mantello e dalla grossolana copia delle figure sulla lorica, farà sicuramente storcere il naso non solamente a chi si occupa per motivi di studio o professionali alla nostra arte e storia millenarie, anche il basamento contribuisce a creare un quadro desolante a partire dall’opinabile esecuzione delle lettere, per passare alla discutibile scelta di indicare il nome dell’imperatore in francese, fino alla raffinatissima rubricatura degna di un’apoteosi del kitsch che completa a dovere questo gigantesco souvenir per turisti color cioccolata precipitato nel cuore della nostra città e che sicuramente non faticheremmo a trovare, si spera in scala ridotta, su qualche simpatica bancarella o in qualche trappola per turisti nel centro di Roma.

Alla luce di ciò, considerato che rifiutare un dono sarebbe scortesia e che, come ci insegna la saggezza popolare, “a caval donato non si guarda in bocca”, condivido, seppur probabilmente con un punto di vista diametralmente opposto, le preoccupazioni di chi ritiene la collocazione di tale manufatto del tutto inadeguata e inappropriata e sorrido amaramente nel sentire il sindaco Nuti, persona che ho sempre ritenuto di grande cultura e che stimo, sostenere che una copia di una statua così iconica e storicizzata sia un’opera di arte contemporanea.

Sul buon gusto e il buonsenso che stanno dietro a questa operazione monumentale mi pare a questo punto che ci sia poco da aggiungere, mentre sul fatto che si tratti di arte contemporanea magari si potrebbe aprire un interessante dibattito tra gli addetti ai lavori - a questo punto perché non riconsiderare lo statuto artistico e concettuale dei ritratti degli imperatori che costeggiano i Fori Imperiali nella nostra bella capitale? - e nel frattempo sono sicuro che la nostra statuina, nata dalle fave del cacao, ci saprà diligentemente indicare la via per il centro città, facendo al contempo sorridere più di un valdostano quando ne leggerà l’iscrizione sul basamento.

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