Via libera alla nuova legge sulle consorterie Malumori per le competenze alla Regione
«Non siamo stati ascoltati quindi rimane un grande rammarico. Tuttavia ne prendiamo atto e lavoreremo anche così». Traspare la delusione dalle poche parole che il presidente del Réseau des consorteries Damien Charrance usa per commentare l’approvazione da parte del Consiglio Valle della legge che riforma le consorterie valdostane. Oggetto del contendere - anche nel dibattito di mercoledì scorso, 27 luglio, in aula, conclusosi con 18 voti favorevoli e 17 astensioni - è stato in particolare il fatto che sia stata attribuita a un’apposita struttura dell’Assessorato regionale la gestione del Registro delle consorterie, come da ultimo recente emendamento della Commissione consiliare, depotenziando di fatto il ruolo del Réseau des consorteries. Contestualmente all’approvazione della legge, infatti, l’Assemblea ha dato il via libera a un ordine del giorno proposto dai gruppi di maggioranza che impegna il Governo regionale a «riordinare entro 60 giorni le competenze in merito alle consorterie attribuendole a un'unica struttura incardinata presso l'Assessorato dell'Agricoltura; creare le condizioni per il ripristino della struttura competente in materia di consorzi di miglioramento fondiario e attribuirle le competenze in materia di domini collettivi; avvalersi della collaborazione dell'associazione Réseau des consorteries et des biens communs de la Vallée d'Aoste durante la prima fase di applicazione della legge; nominare entro 30 giorni i componenti del tavolo di coordinamento previsto dalla legge; approvare entro 90 giorni la bozza di convenzione per la gestione del Registro valdostano delle consorterie».
«Questo disegno di legge - che è il risultato di un lungo percorso di lavoro condiviso tra tutti gli attori coinvolti e di audizioni in Commissione - riveste notevole importanza: - ha dichiarato il presidente della terza commissione Albert Chatrian - avvia infatti un percorso di revisione della normativa regionale degli anni Settanta e mira a riportare i beni collettivi all'originario assetto naturale, in particolare restituendo loro tutta la loro autonomia statutaria e la loro natura di enti di diritto privato».
Il gruppo Pcp ha dichiarato che «il testo di legge modificato dagli ultimi emendamenti votati in Commissione (e su cui si era richiesto di fare degli approfondimenti) manca dello spirito che ha portato alla sua lunga gestazione e stesura. Infatti "gli emendamenti della maggioranza sono in aperto contrasto con i principi della legge 168/2017 poiché disconoscono il diritto di autorganizzazione delle consorterie».
Pure la Lega VdA ha sottolineato che «avrebbe voluto, approvare l'ottimo testo di legge proposto dal Réseau des consorteries e da Autonomies Biens Communs, associazioni composte da persone esperte che si occupano di questi temi da anni, e non quello licenziato dalla terza Commissione».
«Questo disegno di legge è il risultato di un iter tecnicamente e amministrativamente impegnativo sul quale la Commissione ha fatto una sintesi per mettere in sicurezza la norma. - ha chiosato l’assessore all’Agricoltura Davide Sapinet - La questione è infatti di competenza della Regione, ma lo Stato con attenzione veglia sulle sue prerogative e non è molto benevolo».