L’addio di Verrès al mister Fulvio Farina “Le stagioni con lui, un ricordo indelebile”
Ogni volta, quando incontrava qualcuno dei “suoi ragazzi”, gli occhi gli si inumidivano dall’emozione. Lunedì scorso, 25 luglio, nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria, erano invece “i suoi ragazzi” ad avere gli occhi lucidi: tanti di loro hanno partecipato ai funerali di Fulvio Farina, per portare un ultimo saluto al loro mister, storico allenatore della squadra del Verrès di calcio. Aveva 83 anni e si è spento venerdì scorso, 22 luglio.
Fulvio Farina ha dato tanto a Verrès ma non vi era nato. Vide la luce il 13 novembre del 1938 a Spezia, da dove poi era sfollato a Torino insieme alla mamma Clara Cozzani e al fratello Carlo, dopo che il padre - sottufficiale della Marina - era morto in guerra. A Torino ha vissuto 20 anni; lavorò per un periodo alla Stipel, che poi divenne la Sip, e arrivò infine a Verrès dove prese la patente da autotrasportatore. Guidò i tir finché, nel 1968, un incidente lo lasciò con un’invalidità del 50 per cento e da quel momento abbandonò i camion con rimorchio per condurre mezzi più piccoli e infine fare da autista a un industriale della Guinzio Rossi. Nel luglio del 1969 si sposò con Nirvana Mola, storica parrucchiera con il negozio nel borgo, da cui ha avuto nel 1973 la figlia Stefania, ora insegnante a Chieri.
Grande appassionato di sport, tifoso del Toro, solare e con la battuta pronta, è stato uno degli storici allenatori del Verrès. Dopo anni come dirigente e come mister delle giovanili, alla fine degli anni Ottanta era stato promosso alla guida della prima squadra, vivendo stagioni da protagonista con un gruppo giovane e affiatato. I ragazzi dell’epoca lo ricordano come un allenatore che sapeva farsi volere bene, dalle grandi qualità umane, oltre che tecniche. «Ricordo bene quando lo avevamo scelto come allenatore della prima squadra. - rammenta l’ex presidente del Verrès Giuseppe Briarava - Avevamo una squadra giovane e così abbiamo pensato che lui fosse la persona adatta perché con i ragazzi ci sapeva fare. Siamo andati a cercare quelli che aveva allenato da bambini, alcuni dei quali avevano ormai smesso mentre altri erano ai margini delle rispettive squadre. Lui ha saputo coinvolgere ed entusiasmare tutti tanto che, partiti per salvarci, abbiamo disputato un campionato di Seconda Categoria di vertice, rischiando persino di vincerlo. E’ stata un’annata eccezionale e noi scherzando dicevamo che lui faceva “miracoli” perché si inventava soluzioni, magari cambiando ruoli, che poi funzionavano sempre». Quelle partite della stagione 1990-91, i cori “Farina, portaci in Prima!” sono rimasti nella storia del paese.
«Era una persona con cui si stava bene e ci si divertiva, sia dentro che fuori dal campo. - ricorda Marco Chiabotto, portiere di quella squadra - Con lui come allenatore abbiamo fatto tre anni alla grande. Erano arrivati dei ragazzi da fuori Valle e lui era stato bravissimo a integrarli con noi del paese, creando uno splendido gruppo. Eravamo più amici che una squadra».
«Io ero uno dei senatori: avevo proposte anche da categorie superiori ma rimasi al Verrès perché mi piaceva il progetto e Farina era stato mio allenatore nelle giovanili. - dice Laurent Sarteur - Lui era avanti per i tempi, si aggiornava e faceva molta attenzione alla preparazione atletica, tanto che quell’anno correvamo il doppio degli altri. Era bravo a fare spogliatoio ed era un vero personaggio: ci siamo divertiti. Da quella squadra sono usciti dei giovani davvero forti». Oltre al Verrès, Fulvio Farina ha allenato pure l’Arnad, il Montjovet e le giovanili del Canossa Saint-Vincent.
Grande fumatore e appassionato di carte, amante dei viaggi, ha girato mezzo mondo ma non ha potuto realizzare il sogno di vedere New York: il 12 gennaio 2005, quel terribile incidente d’auto a Novara. Il coma, per 3 mesi. Non si riprese mai del tutto, nonostante le amorose cure della moglie Nirvana. Oltre alla moglie, lascia la figlia Stefania, con il marito Mario Scaglione e i nipoti Fabiano e Alessandro, e le tante persone che gli hanno voluto bene.