Celebrati i 90 anni dalla posa della statua della Madonna sulla vetta del Monte Zerbion
Le immagini scattate lassù sono comunque spettacolari anche se quest’anno, a causa delle condizioni meteo incerte, qualcuno ha rinunciato a salire in vetta allo Zerbion e ha preferito celebrare i 90 anni dalla collocazione della statua della Vergine fermandosi a Plan Tavela, a Barmasc, poco sopra l’abitato di Antagnod.
Una quarantina di persone, quasi tutte di Saint-Vincent e di Châtillon, venerdì 29 luglio, ha comunque partecipato alla tradizionale camminata in onore della Madonna dello Zerbion. I partecipanti hanno raggiunto la cima intorno alle 10 e lì è stata celebrata una prima funzione religiosa da parte del parroco di Saint-Vincent don Lorenzo Sacchi. Il gruppo è poi ridisceso a Plan Tavela dove alle 12 don Andrea Marcoz, parroco di Châtillon, ha celebrato un’altra Messa dedicata appunto a chi non era salito in vetta. E’ poi seguita la classica distribuzione di polenta e salamini da parte dell’associazione Les Amis de Nos Villages di Saint-Vincent. Tra i partecipanti erano presenti anche alcuni amministratori comunali dei due paesi.
Nel frattempo nella serata di ieri, venerdì 29 luglio, nella sala congressi del Comune, si è svolta la presentazione del libro di Pier-Giorgio Crétier, appassionato di storia ed ex consigliere comunale, “La Madonna dello Zerbion 1932-2022” (edizioni Duc), un momento molto sentito dalla cittadinanza che è stato impreziosito dall’intervento dal Coro Saint-Vincent.
«Il legame con gli Alpini è particolarmente evidente - commenta l’autore del libro - perché furono proprio loro, insieme ad altri reduci della Grande Guerra, a portare a dorso di mulo in cima allo Zerbion la statua della Madonna, ovviamente smontata, dopo che era stata già benedetta a Saint-Vincent il 9 settembre del 1932».
La storia della Madonna, come tutte quelle legate alla fede popolare, ha un’origine bella e particolare. In questo caso si tratta di un voto espresso dalle mamme, le mogli, le sorelle, le figlie dei soldati della Prima Guerra Mondiale in segno di ringraziamento a Maria, se i loro congiunti fossero giunti a casa sani e salvi. Così nei primi anni Venti del secolo scorso fu creato un “Comité pro statue sur le Mont Zerbion” che fin dalla fondazione fu presieduto dall’allora parroco Louis-François Alliod e da ex militari di Saint-Vincent per la raccolta di fondi da destinare alla realizzazione della statua che sarebbe poi stata collocata a quota 2.722 metri.
«Non è chiaro come si giunse ad affidare la committenza della statua allo scultore di Casale Monferrato Leonardo Bistolfi, ma quel che è certo è che il Comitato preposto puntò molto in alto nella scelta dell’artista, che era un vero “pezzo da novanta” dell’epoca» spiega ancora Pier-Giorgio Crétier.
«Si tratta di un monumento unico per la sua maestosità e grandiosità e a sostegno di questo fatto si segnalano indicativamente alcune misure: - si legge nel testo presentato venerdì sera - circonferenza della testa 180 centimetri; circonferenza polso della mano destra 55 centimetri; apertura delle braccia, da mano a mano, 280 centimetri. Il piedistallo in pietra locale, a tronco di piramide è alto 8 metri mentre la statua ha un’altezza di circa 7 metri, complessivamente l’altezza totale del monumento è di circa 15 metri». Un vero record nel panorama delle Alpi.
Una curiosità: la statua si trova sulla cima del Monte Zerbion, che per poche decine di metri rientra nei confini territoriali del Comune di Châtillon.