L’Atelier dopo la Mostra concorso Sabato 6 agosto torna la Foire d’Eté

L’Atelier dopo la Mostra concorso Sabato 6 agosto torna la Foire d’Eté
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La Mostra concorso dell'artigianato valdostano di tradizione, giunta alla 69esima edizione, è stata inaugurata sabato scorso, 23 luglio, nel padiglione in piazza Chanoux ad Aosta, e potrà essere visitata fino a domani, domenica 31 luglio, dalle 10 alle 22.30. L’allestimento invita alla convivialità, alla scoperta delle opere in concorso, al dialogo. Livio Charbonnier, con i suoi 84 anni di cui 53 di partecipazione alla Mostra concorso, è un decano degli artigiani. Lo incontriamo dove sono stati premiati per i tavolini da salotto nella categoria mobili Didier Milliery e, al secondo posto, la Falegnameria Lo Tzapoteun di Christian Chamonin. Dietro il pannello divisorio ci sono i soffietti per camino “soflet”, nella categoria attrezzi e oggetti per l'agricoltura: in questo caso i premi - dal terzo al primo - sono stati assegnati a Riccardo Borney, Giuseppe Martoccia e proprio a Livio Charbonnier. «Nella mia ricerca stilistica - racconta Livio Charbonnier - il soflet era realizzato con punta in rame, che va nella brace e deve resistere al calore, e quindi ho rispettato la scelta del materiale. Il corpo è in vera pelle, per un soffio deciso. Sui pannelli in legno, con decorazione ad intaglio, ho scelto di rappresentare la volta della vita con dentro 12 fiori: richiamano lo scorrere del tempo e le stagioni».

Attraversiamo la zona della vannerie, dove i cesti a coste per le mele premiati sono quelli di Pier Perrin, seguito da Elvira Barmette e Nella Pardi, mentre la cesta a “punto cucito” di Giorgio Cornaz ha ricevuto un premio di eccellenza, per la lavorazione «Lunga e paziente, quasi perfetta», e una menzione è stata assegnata alla cesta “a liste”, lavorazione rara, di Angelo Nicco, 2 fuori programma della giuria per incoraggiare una pratica ormai rara. Superato il santuario in miniatura di Munhe, a Issime, realizzato da Piero Enrietti, primo ed unico premio, si giunge ai tanti stampi per il burro, dove l’intaglio decorativo assume forme e decorazioni diverse. I premiati sono nell’ordine Claudio Anzeloni, Roberto Zavattaro e Augusto Saltarelli. «Anche se il mio stampo non è stato premiato - sottolinea Livio Charbonnier - ha una particolarità che va notata. Permette di ottenere un panetto di mezzo chilo esatto: ci versi il burro, pareggi con la spatola e non devi nemmeno pesare. Provato». Gli oggetti esposti nel padiglione devono essere tutti, per regolamento, storicamente attendibili e funzionanti. Questo vale pure per la camicia da donna di Felicina Colliard, in chanvre di Champorcher, per il costume di “Manon, servante de la cité d’Aoste” realizzato da Soccorsa Milione, per le 2 coperture in dentelle di Cogne per lampada da tavolo create da Lea Bérard e Rachele Abram, primo e secondo premio. I gilet da uomo in drap di Valgrisenche, di Les Tisserand, vedono premiati quello di Luana Usel e Nadia Letey e, al secondo posto, quello di Emy Maguet e Aslik Aloyan.

Taglia trasversalmente il padiglione la sezione dedicata ai giocattoli, quest’anno i birilli, dove sono premiati nell’ordine quelli di Roberto Meggiolaro, Dante Marquet e di Le Bois qui tourne di Alessandro Podda. Sono a grandezza naturale anche quelli di Luca Grigoletto, che in genere ama le realizzazioni in miniatura, mentre quelli con il secondo premio sono decorati con figure che meritano una spiegazione. «Su ogni birillo ho voluto rappresentare un personaggio caratteristico dei nostri paesi. - precisa Dante Marquet - L'encuoeurà, cioè il parroco, l'évêque, il vescovo, poi lo joueur con fritapot, il musicista con l’armonica a bocca, facile da portare con sé. Troviamo anche la grivuouesa, vale a dire la ragazza che non è ancora sposata, ma ci sono anche lo meulet, il mulo, e l'arpian che conduce l'alpeggio, con il suo cappello e i lunghi baffi di chi non torna a casa per tutta l’estate. Ho attinto alla ricerca storica e alla tradizione orale, chiedendo agli anziani. Ho anche consultato la pubblicazione Brocherel “Guida illustrata di Courmayeur e dintorni” e quella di Pierino Daudry sugli Esport de notra tera».

I sabot premiati, per la partecipazione, sono quelli di Mauro Herin. Nella sezione oggetti torniti, le scodella da vino - choppa - preferite dalla giuria sono quelle di Bruno Franco, poi di Romano Hugonin e di Ruggero “Roger” Brunodet. Restiamo in cucina per ammirare la olla tornita con coperchio, dove sono premiati Cesare Bottan e Roberto Zavattaro, primo e secondo, mentre il pentolino in rame per il latte, con coperchio, è quello di Andrea Guglielmetti. Sono tante le interpretazioni dell’accetta da sabotier, con lama in ferro battuto, corredate a piacere di un salva lama in legno o in cuoio. Quelle premiate sono, prima e seconda, di Livio Mognol e dell’Associazione En-Fer. Poco più in là ci sono gli zaini, per le lavorazioni in pelle e cuoio, una sfilata di modelli e soluzioni per ogni tipo di uso. I premiati, dal primo al terzo, sono Livio Mognol, lo zaino pieno di tasche di Le Cuir d’Andres di Aldo Andres Villegas Castiglioni, e quello “da fiera” di Minel di Anna Maria Malavolti. «La mia è una lunga ricerca - commenta quest’ultima - ma ho voluto sottolineare l’importanza dell’uso dello zaino. Per esempio, e i documenti storici lo testimoniano, chi realizzava attrezzi agricoli si muoveva con uno zaino sulle spalle, proprio come quello che ho riprodotto, con alcuni dettagli moderni, ad esempio la fodera per non rinunciare alla comodità delle tasche interne». In mostra vi sono altri manufatti, creati da giovani che frequentano le botteghe scuola. «Quando lavoriamo insieme in laboratorio vedo la loro creatività - aggiunge Anna Maria Malavolti - dove per me c’è uno scarto da buttare, le ragazze vedono una nuova possibilità di utilizzo».

Sono appese a pannelli le creazioni di Nicoletta Bulgac, che ha aggiunto piccole stelle alpine in ferro, e di Martina Domaine, che sperimenta nell’uso quotidiano ciò che realizza. «Ho scelto una chiusura roll up, che ora va di nuovo di moda, ma che ho trovato anche in foto storiche. - osserva Martina Domaine - Ho aggiunto la fodera, un taschino, scelto una misura adatta a un computer portatile, e poi il dettaglio della chiusura con 2 chiavette che si usavano per fissare le balle di fieno. La concia è “eco”, senza tannini. Al Mav si fatica a trovare questi prodotti, perché di essi si ricicla tutto».

L’ultima grande sezione tematica è dedicata alla fauna selvatica della Valle d’Aosta: dalla marmotta alla trota, dall’aquila agli animali del sottobosco. Il pannello in vetro premiato è quello di Francesco Mandalari; i bassorilievi, dal primo al terzo premio, sono di Erik Fisanotti, Michael Munari ed Ornella Cretaz; le sculture a tuttotondo, rapaci maestosi colti in un movimento al limite dell’equilibrio, sono, dal primo al terzo premio, di Giangiuseppe Barmasse, Siro Viérin e Ugo Corgnier. Una menzione della giuria va a Michel Rosset, per l’originalità e l’uso del colore che «Attribuiscono un effetto realistico all’opera», una trota che salta fuori dall’acqua increspata dalle onde. Cesare Marguerettaz ha presentato un pannello con la sua immancabile volpe, ma stilizzata e senza espressione, sopra una serie di segni enigmatici. «Mi sono voluto ispirare all’arte primitiva - spiega Cesare marguerettaz - riproducendo segni che potrebbero venire da graffiti rupestri». Il lupo è un altro soggetto ricorrente, che incanta i bambini: guardano, si stupiscono, vogliono la foto. La scultura di Ladislao Mastella è a grandezza naturale, un capobranco che ulula con il muso volto al cielo. La testa in ceramica, anch’essa molto realistica, di Raysor’g di Fabio Cornaz, primo e unico premio, sembra seguire i visitatori con gli occhi. Un’altra opera in ceramica di Cornaz è nell’angolo dei premi-acquisto, presente alla mostra per il secondo anno, assieme a quelle di Siro Viérin, Giangiuseppe Barmasse, Luciano Regazzoni, Enrico Massetto e Roberto Chiurato. Quella di Fabio Cornaz non è nella lista, ma attira sguardi di ammirazione. «Ho rappresentato la Dora come una ninfa, quasi a grandezza naturale. - racconta Fabio Cornaz - È vestita e decorata con le terre che attraversa e ho ottenuto i colori con granito, quarzo e calcescisto, lo stesso delle lose, e cenere di faggio. La parte lucida dei capelli e delle onde dell’abbigliamento si evidenzia perché si vetrifica in cottura. Le vesti rappresentano lo scorrere dell'acqua, mentre la decorazione a triangolo richiama il simbolo alchemico dell'acqua. Questa è la prima di una serie di figure su ninfe e esseri della natura».

La giuria designata dall’Amministrazione regionale era presieduta da Roberto Domaine e composta da Omar Borettaz, studioso di storia della Valle d’Aosta, Susanna Belley, specialista in ambito etnografico, e da Ivonne Pellissier, rappresentante dell’Ivat, nonché da un esperto per ogni categoria.

Dall’Atelier alla Foire d’Eté Libri, riflessioni, musica sono i contenuti del Foire Festival, lo spazio a est del padiglione in piazza Chanoux ad Aosta che è stato inaugurato sabato 23 luglio, a fianco della Mostra concorso dell’artigianato di tradizione. Gli appuntamenti di oggi, sabato 30 luglio, iniziano alle 18 con la Corale Neuventse e proseguono alle 21 con la conferenza in streaming di Vito Mancuso nel Salone Ducale. La rassegna si chiuderà domani, domenica 31 luglio, alle 18, con la Corale Grand Combin. Domani si concluderà anche la mostra Concorso e le 301 opere selezionate lasceranno il posto ai 39 i professionisti presenti all'Atelier des métiers. Lo spazio degli artigiani professionisti sarà inaugurato giovedì 4 agosto e resterà aperto fino a domenica 7, il giorno successivo alla Foire d’Eté. Per l’evento estivo lungo le vie del centro storico di Aosta, sabato 6 agosto sono attesi 311 espositori, anche tenendo conto del nuovo spazio in piazza della Repubblica per il settore non tradizionale. La Banda municipale di Aosta, alle 10, inaugurerà la manifestazione, con gli interventi delle autorità, poi i banchi resteranno fino alle 20.30. Ai più piccoli sarà dedicato uno spazio in piazza Narbonne, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18, con le animazioni di una delegazione del Festival francese per i bambini “Au Bonheur des Mômes”, e “Aspettando GiocAosta”, con giochi giganti, di legno e di società. Torneranno pure le esibizioni dei gruppi folkloristici, l’annullo filatelico, la gara delle botti e sotto i portici del Municipio il mercatino di prodotti agricoli Campagna Amica Lo tsavén.

Livio Charbonnier e Cesare Marguerettaz (a destra)
Da sinistra Dante Marquet e Luca Grigoletto con i birilli realizzati per la categoria giocattoli
Da sinistra Martina Domaine e Anna Maria Malavolti
La realistica scultura in ceramica di Fabio Cornaz

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