Lenny Martinez trionfa al Valle d’Aosta
Ha compiuto 19 anni solo lunedì 11 luglio, alla vigilia della partenza da Saint-Gervais, non aveva ancora vinto una grande corsa a tappe ma Lenny Martinez è un grande talento (è già stato terzo al Giro Giovani) e ha rispettato pienamente i pronostici vincendo il 58esimo Giro della Valle d’Aosta che i francesi non si assicuravano dal 2009 con Thibaut Pinot, compagno di squadra nella Française des Jeux del giovane nato a Cannes e di casa a Besançon. Terzo francese - Fabrice Philippot lo vinse nel 1987 - dunque e 18esimo straniero a vincere il Giro della Valle, ottavo consecutivo. Lenny è figlio d’arte di Miguel Martinez, grande campione della mountain bike - oro olimpico a Sidney 2000 e bronzo olimpico ad Atlanta 2016, 3 volte campione del Mondo nel 1997, 1998 e 2000 - e del ciclocross (1 mondiale under 23 nel 1996) e nipote di nonno Mariano (spagnolo naturalizzato francese dal 1963, vincitore di 2 tappe e della classifica degli scalatori nel 1978 al Tour, professionista dal 1971 al 1982) e dello zio Yannick (ciclista e ciclocrossista sino al 2018) in una famiglia cresciuta a pane e bicicletta.
A controllare la corsa è stata la sua squadra, la Groupama Française des Jeux che ha vinto la tappa di Saint-Christophe con il ciociaro di Roccasecca Lorenzo Germani, campione italiano under 23, dominato i traguardi volanti delle prime 3 frazioni con il francese Enzo Paleni (tutti e 2 bravissimi domenica a fare una andatura che non permetteva scatti in testa al gruppo) e poi il vincitore 2021, il neozelandese Reuben Thompson arrivato insieme al francese nel tappone più difficile di sabato a Plan Coumarial di Fontainemore con le braccia alzate in coppia, tappa al neozelandese e maglia confermata con Giro ipotecato a Martinez che ha preceduto in classifica Thompson di 25 secondi. Nell’ultima tappa da Valtournenche a Cervinia, attraverso Pollein e il colle Saint Pantaleon da Verrayes, ai francesi andava benissimo la fuga a 9 che ha portato alla vittoria lo scozzese Oscar Onley della DSM davanti all’azzurro Walter Calzonni e allo statunitense Matthew Riccitello. In tutto 4 arrivi solitari con l’inglese Mason Hollyman a Saint-Gervais, il frusinate Lorenzo Germani a Saint-Christophe, il francese di Albertville Alex Baudin, ritirato domenica, ad Aosta e lo scozzese Oscar Onley sotto la Gran Becca ed 1 in coppia dei 2 big Groupama a Coumarial.
Tra gli italiani molto bene si sono comportati l’azzurro del c.t. Marino Amadori Simone Raccani terzo a 1’64” da Martinez dopo 631 chilometri a 34,628 di media oraria, così come Marco Frigo della Israel quarto a 3’29” e Riccardo Ciuccarelli quinto a 4’07” (e già ingaggiato tra i professionisti da Gianni Savio alla Androni), con nono Davide De Cassan del Team Friuli a 5’40”. Un’ottima corsa ha fatto anche l’etiope della EF Hagos Welay Behre settimo in generale a 5’18”. Le altre maglie sono andate a Lenny Martinez tra i giovani, al britannico Sean Flynn nei traguardi volanti, al danese Robin Skivild nei Gran Premi della Montagna, allo scozzese Oscar Onley a punti, tra le squadre ha primeggiato la nazionale azzurra e il “Memorial Osvaldo Bassi” (unico valdostano ad aver corso il Giro d’Italia, scomparso recentemente) per la più bella impresa del Giro è stato assegnato al campione italiano under 23 Lorenzo Germani per l’assolo di Saint-Christophe e il grande lavoro per il leader Martinez.
E’ stata una bella edizione con tanti ritiri (86 arrivati con a chiudere la classifica l’ultimo rampollo della dinastia canavesana dei Tessiore,Tommaso), non sempre tutto ha funzionato bene con problemi di viabilità ad Aosta città e in Francia e soprattutto con assurdi ritardi nella compilazione e diffusione (sui siti poco prima delle 22) dell’ordine d’arrivo di un gruppo sgranato a Saint-Gervais. Molto efficace invece con splendide immagini e belle cartoline dei Comuni la diretta youtube curata dal collega di Tuttosport Paolo Buranello con le consulenze storiche di Cesare Cossavella, figlio di Giovanni, uno dei padri fondatori del Giro con traduzioni immediate in inglese. Ora non ci resta che capire dopo il “Tour de l’Avenir” quanto riuscirà a fare tra i professionisti un campioncino figlio d’arte come Lenny Martinez, camoscio in bicicletta in un Valle d’Aosta molto impegnativo, forse troppo.