Zero termico a 4.900 metri, mancanza di neve Stop alle ascensioni su Cervino e Monte Bianco
A causa delle condizioni in alta quota legate alla siccità, la Società Guide del Cervino ha sospeso in via preventiva la vendita della salita lungo la via normale alla vetta e le Guide Alpine di Courmayeur hanno fatto lo stesso sul Monte Bianco per il Dente del Gigante e la cresta di Rochefort. «Con questo rialzo termico - spiega Rudy Janin, presidente della commissione tecnica dell'Unione valdostana guide di alta montagna - abbiamo due problemi principali. I possibili crolli di pietre, anche di grosse dimensioni, difficili da prevedere. E, sui ghiacciai, i ponti di neve, indeboliti dal calore, che coprono i crepacci. L’accettazione del rischio sarebbe troppo alta. In questo momento in montagna i pericoli oggettivi hanno un ruolo preponderante, per cui nella nostra gestione del rischio alcune salite non le intraprendiamo, come in altre stagioni non ne facciamo altre per problematiche diverse. Con il prosieguo della stagione si valuterà se le condizioni generali cambieranno».
Ai 4.554 metri del rifugio Capanna Margherita, sul Monte Rosa, la massima di martedì scorso, 19 luglio, ha sfiorato i 7 gradi.
Solo pochi giorni fa la Prefettura dell’Alta Savoia e il sindaco di Saint-Gervais-Les-Bains Jean-Marc Peillex avevano raccomandato agli alpinisti intenzionati a compiere l’ascesa sul Monte Bianco lungo la via normale francese di «differirla temporaneamente». «Pericolo di morte» scriveva in un post il sindaco Peillex. «Una decisione di saggezza. - si legge in una nota della Prefettura - Il massiccio del Monte Bianco offre numerosi percorsi di media e alta montagna. Guide, uffici del turismo e ufficio di alta montagna di Chamonix-Mont Blanc restano a disposizione per dare indicazioni sui sentieri percorribili in sicurezza».
La mancanza d’acqua va di pari passo con le condizioni della via normale italiana al Monte Bianco, che sarà resa impraticabile dalla sempre maggiore apertura dei crepacci.
«Il comunicato del Prefetto francese, che non vieta ma sconsiglia l’ascensione, mi trova particolarmente d’accordo. - commenta Jean-Pierre Fosson, segretario generale di Fondazione Montagna Sicura - Così come la decisione delle Guide, sia francesi che italiane, di non accompagnare più i clienti, che colpisce i turisti, soprattutto provenienti da altri Paesi, che pensano che, se le Guide rinunciano, i motivi siano oggettivi. La Via francese al Bianco è una zona nota per i crolli, per cui è consigliabile chiudere alcuni itinerari, lasciandone altri aperti. I divieti sono da attuare solo in casi estremi, perché per poi riaprire devono venire meno le condizioni oggettive che li hanno determinati. E il comportamento del ghiacciaio non è semplice da prevedere. Il numero chiuso non è attuabile, lo propongono nei parchi in Nepal per una ragione di rispetto ambientale, non per la pericolosità. Ma lo zero termico diurno a 4.900 metri, l’assenza di rigelo notturno e l’assenza di copertura nevosa per l’assenza di precipitazioni invernali sono fenomeni davvero preoccupanti, che portano alla fusione dei ghiacciai. Le elevate temperature in alta quota, che permangono ormai da maggio, hanno creato una situazione ben più preoccupante di quella che si era verificata nel 2003. Occorre non abbassare l’attenzione e comportarsi con la massima prudenza». Le regole di base per frequentare la montagna in sicurezza con le condizioni climatiche attuali restano quelle di contattare le Guide prima di programmare un’ascensione e di evitare le ore più calde del giorno.