La scuola valdostana promossa nelle prove Invalsi: i numeri
Prove senza trucchi, un’occasione di confronto con la realtà delle altre regioni, una rilevazione che «non serve tanto a vedere il livello degli studenti ma a preparare un miglioramento continuo e condiviso». Così l’assessore all’istruzione Luciano Caveri e la Sovraintendente agli studi Marina Fey hanno illustrato agli organi di stampa - ieri venerdì 15 luglio - nella saletta a Palazzo regionale, gli esiti delle prove Invalsi che si sono svolte tra marzo e maggio anche nelle scuole valdostane. Le prove di italiano, matematica e inglese sono state somministrate a tutti gli alunni di seconda e quinta primaria, terza secondaria di primo grado, seconda e quinta secondaria di secondo grado, restituendo una preparazione quasi sempre in linea con le medie nazionali e in molti casi anche superiore.
I dati
Già dalla scuola primaria, gli studenti valdostani si pongono sopra la media nazionale, con pochi casi in fascia 1 e 2, sulle 5 che indicano il livello di competenze raggiunto. Il livello si mantiene anche gli gli alunni di terza media, mentre fra coloro che hanno sostenuto la maturità, l’italiano è buono nei licei e si mantiene sul livello 3 o 4, da adeguato a buono, anche nei professionali. Anche in matematica il livello è buono, anche grazie al fatto che i risultati più bassi riguardano pochi studenti. «Occorre ancora lavorare - sottolinea la Sovraintendente - soprattutto sul fatto che le ragazze hanno in generale un punteggio leggermente più basso rispetto ai compagni e, in particolare, sono meno propense a scegliere un percorso di studio in ambito scientifico».
Per quanto riguarda l’inglese, misurato nelle capacità di ascolto (listening) e di lettura (reading), fin dalle elementari gli alunni valdostani presentano competenze molto alte, quasi tutti raggiungono il livello atteso A1, che diventa A2 in terza media. Alla fine delle superiori. la Valle d’Aosta è fra le poche regioni, con Lombardia, Provincie Autonome di Trento e di Bolzano, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, in cui il risultato medio si attesta sul livello atteso B2. «Le eccellenze tornano a crescere - commentano Assessore e Sovraintendente - superando il 25 per cento degli studenti. Resta solo un po’ di debolezza nella cosiddetta dispersione implicita: anche se i numeri molto bassi, rispetto al 2019 e 2021 la percentuale degli studenti che superano la maturità ma non raggiungono le competenze previste torna a salire di poco. Lavoreremo sulla didattica individualizzata e il tutoring/mentoring». «Interverremo anche sull’orientamento con il collega Bertschy: stiamo lavorando su come la dispersione passa anche attraverso il cambiamento di indirizzo - aggiunge Luciano Caveri - Cercheremo di uscire dalla logica delle presentazioni delle scuole, non solo per la scelta delle superiori ma anche per l’università».
Un’ulteriore rilevazione è stata condotta, a livello solo regionale, per il francese e i dati, in fase di elaborazione, saranno restituiti in autunno.
Superata l’impasse del francese alla maturità, «dimenticato» dal Ministero, si fanno i conti di fine anno anche per gli esami di Stato, di terza media e quinta superiore. Dei 873 alunni scrutinati, non sono stati ammessi ammessi alla maturità 27 studenti, il 3,1 per cento, e si sono diplomati 843, il 99,6 per cento, con fasce di volto prevalentemente 61 a 75 (il 42 per cento) e da 76 a 90 (il 35 per cento), mentre 54 sono i 100, e 5 i 100 e lode. Hanno ottenuto la certificazione di “Pleine connaissance langue française”, valida per alcuni concorsi pubblici, 728 studenti pari all’86,4 per cento. Alle medie, esclusi Cria e privatisti, 1.215 iscritti in terza, 1.188 sono stati ammessi all’esame e 1.184 licenziati.