A Nomaglio chiude l’unico negozio del paese Gli abitanti costretti a scendere a Borgofranco
Ha chiuso definitivamente i battenti sabato 2 luglio scorso l’unico emporio alimentare di Nomaglio, esercizio aperto oltre un secolo fa e gestito dalla famiglia Civallero, dapprima ubicato nel centro del paese e poi, in una nuova sede, davanti al Municipio. Per una piccola comunità di montagna, con soli 300 abitanti, perdere l’unico minimarket in grado di provvedere alle necessità di tutti rappresenta inevitabilmente una situazione problematica. Il negozio non era solo una rivendita di alimentari ma una sorta di bazar in cui si potevano trovare anche giornali e merci di ogni tipo, in parte presenti e in parte su ordinazione, soddisfacendo così le più disparate esigenze dei nomagliesi. Ovviamente, al di là dell’importanza storica dell’emporio, era fondamentale il servizio di vendita di pane, alimentari e altri beni di prima necessità. Oggi gli abitanti di Nomaglio sono costretti a scendere a Borgofranco d’Ivrea o a Settimo Vittone per gli acquisti quotidiani, con gli ovvi disagi, perché magari non tutti hanno la possibilità di muoversi, dovendo perciò ricorrere alla disponibilità e alla solidarietà di amici, parenti o della rete di vicinato, fortunatamente molto attenta e sensibile alla situazione di criticità venuta a crearsi.
«Stiamo cercando di risolvere il più presto possibile questo problema. - riferisce il sindaco Ellade Peller - Una soluzione può essere affittare i locali dell’ex forno sociale di piazza Allamanno, procedendo con l'affidamento in locazione degli spazi mediante avviso pubblico. Il nostro obiettivo è far ripartire il servizio a settembre, con una base d'asta di soli 100 euro mensili, una cifra pressoché simbolica, anche se temiamo non ci sia grande interesse per una realtà piccola come la nostra». L’ex forno sociale, dopo la chiusura del 2015, era stato nuovamente riaperto, dopo una sua sistemazione interna e in veste rinnovata, l’anno successivo, con attività prevista di tre giorni alla settimana. I locali si trovano in una porzione di fabbricato destinato a uso commerciale, al piano terra di un edificio in parte di proprietà comunale e in parte della Parrocchia di San Bartolomeo di Nomaglio. La superficie netta è di circa 47 metri quadrati, suddivisi in 2 ambienti di vendita, un locale deposito, un servizio igienico e uno spogliatoio. Il progetto era stato promosso per iniziativa dell’associazione Alce Blu, in collaborazione con il Consorzio Copernico e con il Comune, finalizzato all'inserimento lavorativo di persone disagiate, migranti o detenuti, ma era andato con l’esaurirsi in un nulla di fatto. Con la chiusura del minimarket, unico negozio del paese, a Nomaglio restano attivi lo sportello postale (aperto a giorni alterni), il bar ristorante Burnel e un'attività agricola di recente apertura.