Giuditta Bochet, l’insegnante elegante che insegnava anche a contestare
La maestra elegante. Così i suoi alunni ricordano Giuditta Bochet, scomparsa lunedì scorso, 11 luglio, a 92 anni. Nasce il 17 aprile 1930 ad Aymavilles da mamma Henriette Charrère e da papà Prosper, mutilato di guerra. E’ la secondogenita di quattro figli: Luisa nata nel 1922, Emma nel 1935 e Luigi nel 1942. Le sorelle diventeranno maestre elementari e il fratello architetto.
A 7 anni Giuditta Bochet contrae la poliomielite - all’epoca diagnosticata come paralisi infantile - che colpisce la sua gamba destra, paralizzandola. Nel 1951 supera l’esame di stato alle scuole Magistrali di Aosta.I primi 2 anni che seguirono Giuditta insegna ad Aymavilles, in corsi serali per l’ottenimento del diploma di sesta elementare.
Nel 1953 ottiene l’incarico di supplenza annuale ad Aosta Centro, in una classe di 44 alunni maschi di 6 anni, figli soprattutto di immigrati meridionali e veneti. Dovendo viaggiare, d’inverno, sulla corriera di Cogne, a causa della circolazione sanguigna più lenta, la sua gamba ammalata è sempre gelida e quindi decide di indossare pantaloni pesanti per scaldarla. «Però la cosa nella scuola puritana di allora - scrive Giuditta Bochet nella sua autobiografia - aveva suscitato un certo scandalo, i calzoni allora, li indossavano solo le attrici! Fui richiamata dalla ispettrice scolastica, la quale mi disse che a scuola si pretendeva decenza e buon gusto e che la moda dei pantaloni non era consona alle docenti. Naturalmente avevo dei buoni motivi di replica e di fronte ad un certificato medico, l’ispettrice dovette abbassare il capo!».
Dopo aver insegnato a Epinel, a Brusson, a Pont-Saint- Martin e aver vinto il concorso magistrale per entrare nei ruoli dello Stato, Giuditta Bochet ottiene, nell’anno scolastico 1957/58 la nomina presso la Scuola marina Cogne di Cavi di Lavagna, nomina che le verrà confermata per altri 15 anni. La colonia ospitava d’estate i figli dei dipendenti della Società Nazionale Cogne per un periodo di vacanza e in inverno ospitava ragazzi che, per motivi di salute o necessità di assistenza, vi potevano frequentare il ciclo di studi elementari.
Nel 1972 chiede e ottiene il trasferimento alle scuole di Aymavilles, sostanzialmente per poter stare accanto a suo padre che aveva necessità di attenzione e assistenza.
«Ho insegnato ai miei alunni - scriveva ancora - il rispetto per la natura e più volte li ho coinvolti nella contestazione di lavori che venivano effettuati causando danni al paesaggio di Aymavilles, deprivandolo del verde. E molto spesso, poiché il paese e i suoi abitanti facevano parte della mia vita, contestavo il parroco, il sindaco, la Giunta comunale quando mi accorgevo di ingiustizie e carenza di attenzione nei riguardi della scuola e degli alunni». Nel 1986 chiude la carriera di insegnante elementare e trascorre gli anni successivi a Viareggio. Ad Aymavilles torna per vivere gli ultimi anni della sua vita.