Referendum elettorale, nulla di fatto in Consiglio
Con 31 voti a favore e 4 contrari il Consiglio Valle ha approvato una questione pregiudiziale che prevede il rinvio in commissione, per approfondimenti, della proposta sul referendum consultivo su una legge di riforma elettorale che prevede l'elezione diretta del presidente della Regione. A porre la questione pregiudiziale è stato Aurelio Marguerettaz, capogruppo dell'Union Valdôtaine. A favore del rinvio in commissione si sono espressi, con diverse motivazioni, Union Valdôtaine, Alliance Valdôtaine-VdaUnie, Stella alpina, Pd-Federalisti Progressisti, Lega Vda, Pour l'Autonomie, Claudio Restano (Misto); contrari Progetto civico progressista e Forza Italia.
«Non si vuole mettere in discussione l'istituto referendario, - ha commentato Aurelio Marguerettaz (Uv) - nel quale crediamo profondamente perché è un momento elevato di democrazia in cui si chiede la partecipazione della popolazione. Con questo quesito si chiede di intervenire su di una pluralità di leggi e dando indicazioni alla popolazione assolutamente fuorvianti. Nel rispetto quindi di coloro che hanno proposto il quesito referendario, dobbiamo ritornare in prima Commissione e fare un approfondimento sul fatto se questo referendum possa essere o non essere ammesso o, in subordine, che abbia un quesito solo». Per Mauro Baccega (Forza Italia) è necessario «aprire un dibattito in Consiglio su questo argomento che, dopo rinvii, rimandi alle Commissioni e il diniego del Comitato dei saggi, è stato finalmente iscritto il punto all'ordine del giorno. Al termine della discussione si potrà poi esprimere un parere sulla pregiudiziale. L'argomento è molto importante e non è un caso che, forze normalmente distanti su tanti temi, sostengano la richiesta di interpellare i cittadini per sapere se vogliono un sistema elettorale che consenta agli elettori di scegliere un Presidente della Regione, una maggioranza che lo sostiene e il programma condiviso». Paolo Sammaritani (Lega Vda), sottolineando che «il gruppo non è contrario alle forme di partecipazione diretta», ha detto di essere «contro la trattazione di questo argomento oggi, sia per questioni tecniche che di puro buon senso. È la prima volta che si vuole ricorrere al referendum consultivo: qualcuno la prende alla leggera, ma secondo noi la questione non è così semplice. Come si può chiedere alla popolazione di esprimersi su 11 principi, come quelli contenuti nel quesito referendario? In sostanza si chiederebbe una sola risposta per 11 domande e non solo, come qualcuno vuol far credere, sull'elezione diretta del Presidente della Regione». Infine Chiara Minelli (Pcp): «Si vuole trascinare il più possibile la questione, si vuole “menare il can per l'aia”, tutti compatti. Noi crediamo che la popolazione valdostana sarebbe stata contenta se oggi fosse arrivata dal Consiglio la decisione di ammettere questo referendum consultivo di iniziativa popolare, sarebbe stato il primo in Italia. Fare una consultazione di questo tipo per verificare l'orientamento delle persone rispetto a un tema così importante è un elemento prezioso per il lavoro del Consiglio che è sovrano nel redigere la legge definitiva».