Courmayeur, il Comune: «Lontani dai laghetti glaciali» Manca l’acqua, anticipa la chiusura il Rifugio Gonella

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«Tenuto conto delle temperature, si rammenta agli escursionisti l'opportunità di restare a debita distanza dalle sponde dei laghetti glaciali e, in particolare, del bacino del Miage».

È la raccomandazione rivolta nei giorni scorsi dall'Amministrazione comunale di Courmayeur vista la siccità che affligge anche la Val Veny e il resto del versante italiano del massiccio del Monte Bianco.

E proprio a causa della siccità il Rifugio Gonella, sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco, chiuderà in netto anticipo la propria stagione estiva, dopo appena una quarantina di giorni. E' infatti esaurito il nevaio che rifornisce di acqua la struttura posta a 3.071 metri di quota, nata per facilitare l'ascesa lungo la via normale italiana alla cima più alta delle Alpi.

«Dal 18 luglio (lunedì prossimo, ndr) chiuderemo. Andare oltre - spiega Davide Gonella, gestore del rifugio di proprietà del Cai sezione di Torino e Uget - non è possibile. Abbiamo impiegato l'acqua disponibile con la massima attenzione, usandola soltanto in cucina e aprendo un bagno su quattro». Nel 2017 la siccità aveva costretto a una chiusura anticipata al 31 luglio.

«Le condizioni sono quelle di fine agosto o inizio settembre. Gli altri rifugi valdostani per il momento riescono a tenere, ma nel prossimo futuro potrebbero avere dei problemi», afferma Andrea Benedetti, presidente del gruppo rifugi dell'Adava Federalberghi Valle d'Aosta. La siccità ha anche altri effetti. La mancanza di acqua va di pari passo con le condizioni della via di ascesa al Bianco, che quasi parallelamente diventa impraticabile. Adesso si trova ancora un passaggio per salire, ma è prevedibile che con questo caldo tra una quindicina di giorni non lo sarà più.

Monte Bianco chiuso

«Importanti cadute di pietre», di «giorno come di notte», si verificano lungo la via normale francese al Monte Bianco che passa dal rifugio del Gouter a causa «della siccità». Per questo le autorità d'oltralpe raccomandano agli alpinisti intenzionati a compiere l'ascesa di «differirla temporaneamente».

«Pericolo di morte» scrive il sindaco di Saint-Gervais- Les-Bains Jean-Marc Peillex. Le guide alpine francesi hanno già sospeso l'ascensione lungo questo itinerario considerato, meno impegnativo rispetto alle altre vie di salita e per questo più frequentato.

«A causa delle condizioni climatiche eccezionali attuali - scrivono in una nota la prefettura dell'Alta Savoia (Francia) e il Comune di Saint-Gervais-les-Bains - e della siccità che interessano il nostro dipartimento da diverse settimane, importanti cadute di pietre si verificano lungo la via normale di ascesa alla cima del Monte Bianco, di giorno come di notte, in particolare negli orari più frequentati, cioè la mattina presto».

Quindi «di fronte a questa situazione climatica» le autorità «raccomandano agli alpinisti intenzionati a questa ascensione di posticiparla momentaneamente. Le società delle guide alpine di Saint-Gervais-les-Bains e di Chamonix-Mont-Blanc si sono accordate per sospendere temporaneamente l'ascensione da questa via. Questa saggia decisione va accolta con favore».

Versante italiano, nuovo percorsoIntanto per evitare i pericoli del ghiacciaio è stato individuato un percorso chiodato e parzialmente attrezzato alternativo a un settore della via normale italiana al Monte Bianco. Il tracciato è stato inaugurato domenica 10 luglio. Si sviluppa lungo la cresta delle Aiguilles Grises, aggirando così il ghiacciaio del Dome, spesso impraticabile a estate inoltrata.

La guida alpina Delfino Viglione ha realizzato i lavori insieme ad amici e volontari, tra cui la guida alpina di Courmayeur Andrea Plat e alcuni finanzieri del Soccorso alpino di Entrèves, dove è stato comandante fino al 2020, quando si è congedato dopo 44 anni di servizio nel Sagf.

Il tracciato si sviluppa tra il Rifugio Gonella (3.071 metri) e il Colle dell'Aiguilles Grises, a 3.811 metri, per poi riunirsi alla via normale dal Piton des Italiens. L'elicottero per realizzare le opere è stato messo a disposizione dalla famiglia di Jassim Mazouni, parigino disperso sul Monte Bianco dal 9 luglio 2014, all'età di 16 anni, insieme alla guida alpina Ferdinando Rolando, di Ollomont.

Crollo sul Monte Rosa

Continua quindi la forte sofferenza dei ghiacciai dovuta alle alte temperature e all’assenza di precipitazioni negli ultimi mesi. E nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 luglio è crollata una porzione frontale del ghiacciaio del Piccolo Fillàr, sulle Alpi Pennine, sulla parete Est del Monte Rosa nel territorio del Comune di Macugnaga. A segnalare il distacco è stata la pagina Meteo Live Verbano Cusio Ossola, che monitora anche i ghiacci e le rocce del Monte Rosa. La preoccupazione aumenta perché si è sciolta anche la neve residua invernale, quella poca che c’era, viste le scarsissime precipitazioni primaverili. Si è trattato di uno dei tanti crolli di seracchi che si verificano abitualmente nel corso delle stagioni estive. In questo caso è stato possibile osservare il fenomeno grazie a una webcam che riprende il ghiacciaio.

Non lascia tranquilli, in particolare, la riduzione volumetrica del ghiacciaio del Belvedere (Monte Rosa), che ha determinato il cedimento del fianco interno della morena laterale destra e il conse-guente sdoppiamento della cresta morenica in prossimità della morena frontale del ghiacciaio delle Locce. Nell’arco di una decina d’anni il panorama è sicuramente cambiato: dove una volta c’erano i ghiacciai, adesso restano delle grandi pietraie.

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