“Soulitudo”, le sculture in pietra di Donato Savin a Coumboscuro

“Soulitudo”, le sculture in pietra di Donato Savin a Coumboscuro
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Non si è ancora spento l'eco del grande successo artistico e di pubblico suscitato dalla mostra di Donato Savin al museo di Zacopane in Polonia e dalla apertura del parco del Santuario del Monte Bianco, dove svettano 2 stele mastodontiche in pietra, che l'artista di Cogne è già impegnato in un’altra avventura scultorea per dare il suo contributo al Centro Provenzale di Coumboscuro. Domani, domenica 10 luglio, alle 17, sarà inaugurata la mostra “Soulitude - Solitude” a Santo Lucio di Coumboscuro, in provincia di Cuneo, 25 opere di Savin esposte nella sala espositiva della biblioteca che ha visto nascere la grande ricerca del vocabolario della lingua provenzale. L'impegno di Donato Savin non si esaurisce nella sola mostra, infatti, l’artista si è impegnato a realizzare una grande opera sul sentiero de “La Draio de l’Estelo”, percorso di land art e parco letterario all'aperto che da Santo Lucio porta a L’Estelo Rocca, 12 chilometri di arte tra i sentieri millenari della terra provenzale, 25 postazioni d'arte ispirate alla scuola poetica di Segio Arneodo, il poeta provenzale più conosciuto delle Alpi provenzali italiane.

L’idea è di produrre un’opera che riprende la tradizione di porre lastroni di pietra lungo le strade alpine provenzali per impedire alle bestie, portate al pascolo, di brucare nei prati confinanti.

Il progetto di pietre “in-fisse”, che rievocano i “menhir” o le “steli” dell'arte celtica-rupestre, è piaciuto subito a Savin che resterà alcuni giorni a Coumboscuro per realizzare la sua “Stele” lungo il percorso di land art per contribuire ad accrescere il valore artistico del parco tematico.

Per Donato Savin, il titolo sotto cui riunire le opere che avrebbe esposto alla rassegna d’arte che si tiene ogni estate a Coumboscuro è stata la rivelazione di un attimo: solitudine, soulitudo, in provenzale, solitude, in valdostano, la prima lingua dello scultore.

Una rivelazione frutto dell’emozione vissuta nello scoprire un piccolo paese, Coumboscuro, fuori dal tempo, una realtà nuova e sconosciuta, ma allo stesso sentita come intimamente propria.

«La solitudine è la mia dimensione creativa» sono le parole di Donato Savin.

Anche per Sergio Arneodo (1927-2013), il maestro-poeta di Coumboscuro, alla cui vita e opera si ispira il Centro provenzale, la solitudine costituiva una condizione irrinunciabile, necessaria alle sue creazioni letterarie.

Donato Savin, Sergio Arneodo: 2 mondi rurali a confronto che hanno radici comuni nell'universo della montagna, terra di rifugio e sopravvivenza secolare.

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