Ubriaco al volante ha travolto un ciclista, disposti i domiciliari

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Mercoledì scorso, 6 luglio, Il Gip di Aosta ha convalidato l'arresto e disposto gli arresti domiciliari nei confronti di Fabio Agrimonti, l'automobilista 47enne di Sarre arrestato domenica scorsa dai carabinieri per lesioni stradali gravissime.

E' accusato di aver investito un ciclista, Matteo Teppex, 47 anni, di Aosta, mentre guidava la sua auto con un tasso alcolemico di quasi 3 volte superiore al limite consentito.

L’incidente era avvenuto verso le 17.40 in regione Saraillon, ad Aosta, lungo la strada statale 27, dopo che Agrimonti - hanno ricostruito i carabinieri -, aveva invaso la corsia opposta per effettuare un sorpasso in un tratto non consentito. Il fascicolo è affidato al pm Luca Ceccanti. Quello di Matteo Teppex, geometra dipendente dell’Assessorato dello Sviluppo economico, Formazione e Lavoro, è un nome noto nel mondo del ciclismo valdostano. Vanta, infatti, 2 partecipazioni al Giro della Valle, nel 1997 con il Nus Fénis e nel 1999 con il Nus Fénis Team Full Dinamix. Inoltre ha vinto diverse edizioni della Gressan - Pila. Ora non è piu tesserato per società ciclistiche, pur essendo ancora un amatore molto attivo e conosciuto. Ricoverato in Rianimazione all’Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta, lunedì scorso è stato risvegliato dal coma farmacologico e martedì estubato. Dai test neurologici pare che non vi siano danni, la situazione da questo punto di vista è buona. Più preoccupante è il quadro ortopedico a causa delle fratture alle gambe e a un braccio. Una volta che le sue condizioni saranno stabilizzate, verrà trasferito al Cto di Torino per le cure ortopediche.

Sull’accaduto interviene con una nota la Fiab Aosta à Vélo, sezione valdostana della Federazione italiana ambiente e bicicletta, in cui «Richiama ancora una volta l’attenzione sulla pericolosità delle strade per gli utenti deboli, ciclisti e pedoni». E aggiunge: «È già stato accertato che l’automobilista aveva un tasso alcolemico 3 volte superiore alla norma e che ha compiuto un’infrazione grave del Codice della strada. Al di là delle responsabilità che dovranno essere stabilite, deploriamo come spesso l’utilizzo di termini del tipo “scontro tra auto e bicicletta” sembra attribuire l’accaduto non a chi è alla guida e al suo comportamento, ma al veicolo in sé. Si viene a creare un’associazione di idee che allontana la responsabilità individuale dagli accadimenti, che non porta ad una presa di coscienza dei problemi della circolazione stradale, ma ad una deresponsabilizzazione delle persone. Un utente debole della strada muore ogni 36 ore. Nel 2019 in Italia si sono verificati 172.183 incidenti con 3.173 morti e un numero impressionante di feriti, persone che avranno disabilità permanenti con costi sociali, non solo economici, enormi. Come denuncia l’Associazione dei familiari delle vittime è “una strage ignorata dalle Istituzioni”. Tra le cause principali c’è l’eccesso di velocità. . Inoltre l’ampiezza del campo visivo diminuisce con l’aumentare della velocità e in proporzione i tempi di reazione si riducono. Bisogna capire e far capire che chi è alla guida e non rispetta le norme del codice, va troppo forte o si distrae o compie un sorpasso vietato, commette un atto violento che può avere conseguenze fatali per altri utenti».

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