«Riforma elettorale? Piuttosto riduciamo i contributi finanziari ai gruppi consiliari che si costituiscono nel corso della legislatura»
Nella prossima seduta del Consiglio Valle - mercoledì 13 e giovedì 14 luglio - sarà discussa la richiesta di referendum consultivo sulla proposta di riforma elettorale sul modello «presidenzialista». Martedì scorso, 5 luglio, la mozione presentata da Progetto Civico Progressista e Forza Italia, che impegnerebbe l’assemblea a deliberare sulla possibilità di svolgere la richiesta di consultazione popolare, era stata dichiarata inammissibile. A sorpresa lo stesso giorno il presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin ha deciso di inserire il punto all’ordine del giorno.
Nel caso di voto favorevole, la proposta verrà trasmessa al presidente della Regione Erik Lavevaz, che avrà 10 giorni di tempo per indicare la data del voto. Al di là di quel che deciderà il Consiglio Valle la prossima settimana, ovvero se dare o meno la possibilità ai valdostani di esprimere la loro opinione in materia di riforma elettorale, tra le forze politiche si è sviluppato un ampio dibattito sull’argomento.
Secondo Elio Riccarand, principale promotore della riforma ed esponente di punta del comitato che ha raccolto le firme, ben 3.363, non vi è altra soluzione se non quella di introdurre l’elezione diretta del Presidente della Regione. «Se non si introduce l’elezione diretta con anche l’indicazione di maggioranza non si avrà mai nessuna garanzia di stabilità» afferma Elio Riccarand.
«La semplice garanzia di maggioranza non basta perché si farebbero lo stesso dei cambiamenti in corso d’opera e ci troveremmo di nuovo al punto di partenza. Con la clausola dell’indicazione del Presidente invece - continua Elio Riccarand - o si va avanti con chi è stato eletto oppure cade la maggioranza. L’indicazione del Presidente inoltre è un fondamentale atto di trasparenza nei confronti degli elettori, che conosceranno il nome di colui che si prenderà l’incarico di far rispettare il programma». Elio Riccarand coglie anche l’occasione per fare una critica nei confronti della proposta del Partito Democratico. «La proposta del Pd non ha nessun fondamento, prima dicevano di essere d’accordo all’elezione diretta del Presidente e ora si sono tirati indietro. Non esiste nessuna Regione in Italia con il sistema che propongono loro, e credo proprio che abbiano sbagliato impostazione».
Il segretario del Pd Luca Tonino risponde ad Elio Riccarand, e spiega: «Noi proponiamo una maggioranza ancora più solida di quella proposta dal comitato referendario, perché con 24 consiglieri è impossibile andare sotto i 18 o fare “ribaltoni”, a meno che non accada un fatto politico rilevante». Il segretario del Pd propone inoltre una riflessione sulla crisi politica valdostana: «Non si può risolvere solo con una legge elettorale o cambiando le regole del gioco. Non è nemmeno giusto dire che tutto si “aggiusta” con l’elezione diretta del Presidente, perché pure le forze politiche devono fare la loro parte e i partiti e le istituzioni devono riacquistare credibilità con i cittadini. Ci dispiace essere attaccati dalle altre forze di sinistra. - sottolinea Luca Tonino - Noi abbiamo proposto delle idee con un dialogo aperto a tutti, sia alle forze presenti in Consiglio Valle che quelle fuori, anche se i saggi hanno detto che la riforma elettorale è materia dell’assemblea regionale. Tengo comunque a sottolineare che non siamo contrari al referendum».
Dubbi sul presidenzialismo anche per la Lega, e il segretario federale Marialice Boldi commenta: «Dobbiamo ancora riflettere sulla questione della legge elettorale. Sicuramente quel che pensiamo è che non si può continuare con questo sistema elettorale. Siamo sicuramente più propensi ad un maggioritario con una legge che privilegi le coalizioni - sottolinea Marialice Boldi - però sul presidenzialismo abbiamo i nostri dubbi e non abbiamo ancora fatto una vera riflessione a proposito: ne parleremo dopo l’estate».
Assolutamente contraria ad un modello presidenzialista è l’Union Valdotaine. «Ciò che viene propagandato in questi giorni, - riferisce la presidente Cristina Machet - forse è l’auspicio di chi non sopporta la separazione dei poteri e le garanzie statutarie. Le difficoltà che ha affrontato il Consiglio regionale hanno dato il via alla più semplicistica delle soluzioni: se manca stabilità, allora mettiamo una persona sola al comando, dando a questa persona larga autonomia rispetto al potere legislativo. Il rischio - continua Cristina Machet - è la tendenza ad una gestione egemonica del potere da parte del Presidente della Regione, come conseguenza dell’eccessiva concentrazione di poteri nella sua persona». Secondo la Presidente dell’Union Valdôtaine è da prendere in considerazione anche il doppio ruolo del Presidente della Valle d’Aosta, che svolge pure funzioni prefettizie. «Chi oggi propone il referendum presidenziale come baluardo di democrazia e stabilità dovrebbe farsi carico anche di spiegare ai cittadini che passare all’elezione diretta del Presidente significa cambiare sostanzialmente l’ordinamento giuridico della nostra Regione». Per Cristina Machet non c’è bisogno di una riforma presidenzialista e nemmeno di cambiare la legge elettorale. «Basterebbe qualche accorgimento come un premio di maggioranza in quota variabile, una soglia di sbarramento più alta, 5 preferenze e la riduzione dei contributi finanziari per il funzionamento dei gruppi consiliari che si costituiscono nel corso della legislatura» conclude la Presidente dell’Union Valdôtaine.
Contrario all’«uomo solo al comando» anche Albert Chatrian, coordinatore di Alliance Valdôtaine-VdaUnie: «Siamo scettici sul presidenzialismo spinto perché un uomo solo al comando non è utile ad un contesto così piccolo come quello della Valle d’Aosta. Voglio poi sottolineare per l’ennesima volta che la legge elettorale perfetta non esiste, come abbiamo potuto vedere in Francia qualche giorno fa. Nei prossimi mesi - conclude Albert Chatrian - il Consiglio Valle si impegnerà per arrivare a una buona legge che garantisca stabilità e che sia trasversale e più di larghe vedute possibili».