Daniel Lumera ha inaugurato il Santuario del Monte Bianco Al Pavillon il “portale verso l’Infinito” creato da Donato Savin

Daniel Lumera ha inaugurato il Santuario del Monte Bianco Al Pavillon il “portale verso l’Infinito” creato da Donato Savin
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Due stele che svettano verso l’Infinito. Due pietre essenziali… scarne che contemplano l’immensità della montagna. Lo sguardo si rivolge verso altitudini che si possono solo immaginare. Questa è l’interpretazione che l’artista di Cogne Donato Savin ha dato del Santuario del Monte Bianco, inaugurato domenica scorsa, 26 giugno, al Pavillon di Courmayeur, alla presenza di Daniel Lumera, biologo e scrittore, riferimento internazionale nelle scienze del benessere. Donato Savin ha raccontato di aver trovato queste pietre nei suoi vagabondaggi solitari e meditativi, togliendo poi da esse solo il superfluo per renderle “umane” e vibranti. «L’obiettivo è che ognuno di noi contemplando questa opera e le impressionanti pareti della catena del Bianco possa avere pensieri “alti”, trovare un momento di pace, di silenzio e di pienezza» spiega Betta Frera, organizzatrice dell’evento. «Questa meravigliosa creazione rappresenta due esseri perché questo è ciò che dobbiamo sempre ricordare. - ha detto Daniel Lumera - E’ solo insieme che possiamo andare avanti, è solo insieme e uniti che possiamo portare un cambiamento nel mondo. Oggi è il tempo in cui io deve diventare noi». Dopo aver illustrato le ultime scoperte scientifiche a proposito degli effetti benefici della meditazione ormai divenuta un protocollo medico in molti ospedali del mondo, Daniel Lumera ha guidato il gruppo dei partecipanti in una meditazione dal titolo “Monte Bianco Montagna Sacra - Monte Bianco Montagna Gentile” fatta di respirazioni, visualizzazioni e silenzio. Molta l’emozione e al termine un grande abbraccio commosso fra i partecipanti. Poi nella bella sala “Verticale” del Pavillon du Mont Frety lo scrittore ha spiegato i filoni in cui si sviluppa la sua attività: dalle carceri alle scuole fino a un’accademia di formazione, a moltissime iniziative online e alla scrittura di libri di divulgazione insieme a varie università di tutto il mondo e in particolar modo con la scienziata di Harvard Immaculata De Vivo.

Il giorno precedente - sabato 25 giugno - nella Piazza d’Armi del Forte di Bard Daniel Lumera aveva presentato il suo ultimo libro, intitolato “Ecologia interiore”. E’ stata l’occasione per una chiacchierata piacevole e informale di fronte a un pubblico numeroso, prevalentemente femminile, del quale una buona parte aveva in precedenza partecipato al seminario di attivazioni bioenergetiche “Dal respiro alla meditazione”. «La natura sta benissimo, è la mente umana che è tossica. - ha esordito Daniel Lumera - I grandi agenti regolatori del mondo, tutti interconnessi tra loro, sono gli impollinatori, le foreste, i cetacei (che con i loro escrementi fertilizzano il fitoplancton che produce ossigeno) e infine proprio la mente dell’uomo, che è l’unica di essi che sta compiendo un’azione distruttiva». «Dobbiamo tornare a prenderci cura della nostra alimentazione, che è sì il cibo che ingeriamo ma pure le relazioni che viviamo. - ha proseguito Daniel Lumera - Io sono vegetariano, non mangio zuccheri se non quelli provenienti dalla frutta, niente latticini né farine bianche né glutine. Modificando l’alimentazione si nota come cambia non solo il nostro fisico ma anche l’acutezza dei nostri pensieri. Purtroppo a livello istituzionale ci sono interessi che spingono a mangiare male e di conseguenza ad ammalarci e ad avere necessità della chimica per curarci». «Della nostra dieta deve fare parte anche il silenzio, la cui potenza è straordinaria. - ha detto ancora Daniel Lumera - Se non c’è silenzio non ci sono contemplazione né ascolto. Il silenzio è meditazione, permette di ricaricarsi. Ognuno di noi in casa dovrebbe avere una “stanza del silenzio”». Infine Daniel Lumera ha illustrato le varie fasi dell’amore: «Si parte dall’amore sperimentato da bambini attraverso il chiedere, per passare al rapporto di “dare e avere” della coppia, per arrivare al donare dei genitori. Ma la forma più alta di amore è l’essere e si sperimenta nella meditazione».

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