Crescono i casi, il Covid torna a fare paura “Il reparto rimarrà aperto anche in estate”
La nuova ondata di casi Covid comincia a sollevare timori, proprio quando si iniziava finalmente a tirare un sospiro di sollievo. In Italia, secondo Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe, continuano ad aumentare i ricoveri sia in area medica (+25,7 per cento) sia in terapia intensiva (+ 15 per cento). E, secondo quanto riportato di recente dall’Istituto superiore di sanità, nel periodo compreso tra il 24 agosto 2021 e il 22 giugno 2022 sono state registrate in Italia oltre 556mila reinfezioni, pari al 4 per cento del totale dei casi. Come vanno le cose in Valle d’Aosta, dove i positivi attuali questa settimana sono risaliti oltre quota 700? «Da noi come in tutta Italia - afferma il direttore sanitario dell’Usl VdA Guido Giardini (foto) - i casi di infezione da Covid sono in aumento. Se prima si attestavano intorno ai 40 o 45 al giorno, martedì scorso, 28 giugno, i nuovi positivi sono stati 93. È previsto un picco tra la metà e la fine di luglio. Questo è dovuto alla maggiore diffusività delle ultime varianti, soprattutto la Omicron 5. A fronte, per fortuna, di una minore gravità. Tant’è che l’impatto sull’ospedale non è così drammatico. A oggi (giovedì 30 giugno, ndr) abbiamo in carico una decina di casi e in rianimazione non è ricoverato nessuno per Covid grazie anche al fatto che la gente è vaccinata. Molti anziani hanno fatto anche la quarta dose e, per quanto riguarda i casi di persone ospedalizzate, va detto che l’età media è molto alta: si aggira intorno agli 81 anni. Pazienti che non sono in pericolo di vita, ma che è difficile dimettere a domicilio perché non sono autosufficienti. Purtroppo per l’estate dovremo mantenere l’apertura del reparto Covid, cosa che non era accaduta l’anno scorso».
Tenere aperti i reparti Covid significa che il turismo estivo preoccupa? «Premesso che questa variante Omicron 5 è diffusissima e comincia a essere considerata endemica, - prosegue Guido Giardini - da qualche settimana abbiamo alleggerito di molto le precauzioni e i risultati si vedono. Quindi sì, l’estate turistica preoccupa, ma non tantissimo. Ci condiziona, però, tenere aperto un reparto in più: solo con quello di malattie infettive, infatti, non riusciamo a gestire il tutto. Un'altra struttura che intendiamo tenere aperta è il “Covid hôtel” di Corso Ivrea».
Si parla già di previsioni per l’autunno e l’inverno? «Se consideriamo questa attuale una piccola ondata estiva, - prosegue il direttore sanitario dell’Usl - un’ondata autunnale ce la aspettiamo. È molto probabile. E a questo proposito stiamo scrivendo il piano aziendale, che dobbiamo consegnare alla Regione entro fine luglio, di preparazione molto dettagliata all’ondata autunnale che prevede quali reparti attivare, oltre a quello delle malattie infettive e al Covid 1. È previsto l’utilizzo di strutture esterne come quella di Variney e la clinica di Saint-Pierre in modo da mantenere le attività di routine ospedaliere, che poi sono quelle che patiscono di più: l’attività chirurgica e quelle delle patologie cosìddette “tempo dipendenti particolari” che sono l’ictus, l’infarto e i traumi: per spiegare meglio, si tratta di urgenze particolari per cui bisogna prendere in carico il malato entro un’ora. Oltre naturalmente l’attività chirurgica dei pazienti di classe A, in particolare maniera quei pazienti con neoplasie che devono essere operati con urgenza».
Guido Giardini lancia l’ennesimo messaggio a chi non ha ancora completato il ciclo vaccinale perché «il vaccino è sempre molto importante ed è la prima arma di prevenzione che abbiamo. A chi non si è mai vaccinato, dico che non è mai troppo tardi per farlo, ma meglio farlo al più presto. Chi è a rischio, cioè ha una malattia cronica, ha più di 80 anni e sta ritardando la quarta dose per farla in autunno, non aspetti oltre, perché c’è l’indicazione a farla subito. Stiamo vedendo come sta girando il virus e non c’è alcun motivo di aspettare. Altra cosa importante è non abbassare mai la guardia con le misure di prevenzione. Nei luoghi chiusi usare la mascherina e, se c’è assembramento, usarla anche nei luoghi aperti».