Il compleanno dell’“Aosta-Gran San Bernardo”: cento anni e non sentirli
Sono state due calde e bellissime giornate quelle che sabato e domenica scorsi hanno caratterizzato la Valle d’Aosta delle auto d’epoca. Già venerdì, con l’assaggio in Municipio ad Aosta, per l’esposizione fotografica sotto i portici si era respirata l’aria del grande evento e sabato il salotto della città ha accolto centinaia di persone per ammirare poco più di 50 auto arrivate per prendere parte al Centenario dell’“Aosta-Gran San Bernardo”, complici alcuni defezioni per Covid, compresa quella del campionissimo delle auto d’epoca Gianmaria Aghem. Tuttavia l’idea vincente è stata quella di replicare domenica, con l’esposizione statica dei preziosi mezzi di alcuni soci del Cameva e il contemporaneo passaggio dei concorrenti della gara, saliti al colle del Gran San Bernardo, dopo avere fatto tappa a La Thuile al termine della prima giornata.
La classifica della rievocazione del Centenario è stata vinta da Roberto Boracco ed Angela Bossi su Autobianchi A112 del 1972 con 388,72, con secondi Andrea Malucelli e Monica Bernuzzi su Lancia Beta Montecarlo del 1976 con 413,60 e terzi Matteo Lozza e Arianna Lozza su Lanci Aprila del 1938 con 500, 48. Tra gli equipaggi valdostani settimi Mauro Bragardo e Roberto Paglino su Lancia Coupé Rally del 1970, 11esimi Renzo Giono e Alessio Giono su BMW 320 del 1983, 26esimi Walter Lyveroulaz e Erick Robbin su Fiat 600 del 1960, 35esimi Dario Bernardi e Nathou Bernardi su Porsche 911 del 1970 e 45esimi Fabrizio Priod ed Edoardo Priod su NSU Prinz del 1970.
Proprio a fianco di Fabrizio Priod, noto medico e vigneron di Issogne, era seduto il giovanissimo Edoardo Priod, nato nel 2010 che ha appena concluso la prima media a Verrès. “Sono state due giornate per me molto divertenti. Per era la prima volta chiaramente, mentre mio papà Fabrizio aveva già partecipato nel 2009 e mi ha aspettato per la sua seconda volta.” Edoardo Priod è un ragazzo molto simpatico, così come suo fratello Gabriele che di anni ne ha nove e non vede l’ora di salire su di un’auto d’epoca. “La nostra NSU Prinz del 1970 era dello zio di papà, Ferruccio Cout, poi l’usava il mio bisnonno Antonio Priod. In particolare mi sono divertito molto ad utilizzare certi strumenti e pur essendo il più giovane del gruppo tutti mi hanno accolto molto bene. La Prinz mi piace come auto perché all’interno è fresca visto che il motore è posteriore. E’ confortevole e molto semplice nella disposizione dei comandi, una vera utilitaria del suo tempo.” Edoardo Priod ha le idee chiare, da grande vorrebbe diventare medico come il suo papà, ama sciare (il prossimo inverno entrerà nei Ragazzi dello Sci Club Mont Glacier) e in particolare da 5 anni frequenta a Sanremo un corso di vela, tanto da partecipare pure ad alcune regate. Dal mare alla montagna, quindi, basta andare con giudizio.