Anche in Valle d’Aosta flop dei referendum sulla giustizia
Anche in Valle d’Aosta il referendum sulla giustizia, promosso in primis da Lega e Radicali, non ha raggiunto il quorum. Anzi, nella nostra regione è andata ancora peggio che nel resto d’Italia, dato che l’affluenza alle urne si è fermata al 16,53 per cento a fronte di una media nazionale del del 20,9 per cento. In Valle d’Aosta su 98.361 aventi diritto al voto si sono recati alle urne in 16.263. Per tutti i quesiti ha prevalso il “sì”. Il Comune con l’affluenza più elevata è stato Chamois, dove si è recato ai seggi il 43 per cento degli aventi diritto al voto, l’affluenza più bassa è stata La Salle dove si è fermata al 9,51 per cento.
In una nota, il Comitato "Io dico Sì" della Valle d'Aosta - guidato da Paolo Sammaritani della Lega Valle d’Aosta che ha riunito Forza Italia Valle d’Aosta e Italia al centro - «Desidera ringraziare gli oltre 16.000 valdostani che hanno scelto di voler dare un segnale forte nei confronti di una riforma della giustizia italiana diventata quanto mai impellente» e annuncia che «La battaglia per una giustizia più giusta non si arresterà certo di fronte all'astensionismo, ma proseguirà nelle istituzioni, affinché dopo tanti anni, si arrivi finalmente a garantire quella riforma che il nostro Paese aspetta da tanto». Stefano Aggravi, vicecapogruppo della Lega in Consiglio Valle e tra i più attivi sostenitori dei 5 "sì" ai referendum sulla giustizia, commenta «Un'occasione persa. Non c'è molto altro da dire. Un gran lavoro, un bel lavoro di squadra tra tanti che al di là di tutto su molti temi la vedono anche diversamente. Ma in questo caso abbiamo provato a cambiare qualcosa».
Raimondo Donzel, coordinatore di Area Democratica-Gauche Autonomiste, componente del Progetto Civico Progressista, invece, osserva che la scarsa affluenza ai 5 referendum sulla giustizia è «Una débâcle senza precedenti per Lega, Radicali, Italia Viva, Forza Italia, destra e centristi Pd». In una nota Adu, Ambiente Diritti Uguaglianza in Valle d'Aosta evidenzia che «Sono ben altri i referendum che i cittadini avrebbero voluto poter votare, felici di esercitare con senso un diritto imprescindibile quale di voto: in primis il referendum sul fine vita, presidio di dignità, insieme al referendum sulla cannabis e i suoi importanti scopi terapeutici».