Per la morte di Jessica Lesto spunta l’ipotesi di un’overdose
Gli inquirenti ritengono verosimile che la causa della morte di Jessica Lesto, l’aostana di 32 anni trovata morta in una fossa lungo la riva della Dora Baltea la sera di martedì 31 maggio scorso, accanto a un accampamento di senzatetto, possa essere un’overdose. L’ipotesi viene ritenuta fondata visto il passato turbolento della donna e che nessun segno evidente di violenza o di traumi è stato riscontrato sul su corpo. L’autopsia è stata affidata al medico legale Serena Curti nei giorni scorsi dal pm Manlio D'Ambrosi, titolare del fascicolo per omicidio. I risultati dell'accertamento potrebbero comunque risentire dello stato di decomposizione in cui è stato recuperato il cadavere, che era sepolto da 2 o 3 settimane. Il medico legale Roberto Testi ha effettuato sul corpo alcuni prelievi per poter svolgere esami tossicologici e istologici. Intanto proseguono le indagini della squadra mobile della questura di Aosta per provare a ricostruire le ultime ore di vita di Jessica Lesto. Per raccogliere testimonianze utili, gli investigatori sono alla ricerca anche di suo marito, Dia Matabara, 37enne originario del Senegal, che risulta irreperibile almeno dalla metà del maggio scorso e che potrebbe essere all'estero. A far accendere su di lui un faro anche un episodio di una notte dell'agosto scorso: durante una lite fuori da una bar di corso Battaglione ad Aosta, l'uomo aveva colpito la moglie al volto - secondo la ricostruzione della polizia - con il collo di una bottiglia.