Le divinità di pietra di Donato Savin esposte al Museo dei Tatra di Zakopane in Polonia
Un’importante presenza valdostana affianca la “Mountain Panorama Cultural Heritage Conference”, l’evento ufficiale del 2022 Anno Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile delle Montagne, che si svolgerà da giovedì prossimo, 9 giugno, a Zakopane in Polonia, ai piedi del Monti Tatra. La conferenza che prevede la partecipazione di un decina di Paesi e farà il punto sul valore culturale del patrimonio delle comunità delle terre alte discutendone la rivalorizzazione e la conservazione. L’incontro si avvale di un gruppo di curatori d’eccezione, come Aldo Audisio, esperto di progetti internazionali conosciuto da decenni in Valle d’Aosta, Rosalaura Romeo responsabile di Mountain Partnership, la struttura delle Nazioni Unite dedicata alle montagne e Anna Wende-Surmiak, direttrice del Museo dei Tatra.
Ebbene per sottolineare questa occasione così importante Zakopane accoglierà le sculture in pietra di Donato Savin e l’esposizione sarà inaugurata proprio giovedì 9 giugno e resterà visitabile fino a venerdì 30 settembre. Per l’artista di Epinel di Cogne, dopo gli allestimenti negli scorsi anni a Trento e Belluno, è arrivata la prestigiosa scelta del Museo dei Tatra di Zakopane, un’istituzione sempre aperta e attenta alle collaborazioni internazionali che ospiterà quindi la mostra delle divinità di Donato Savin, curata da Aldo Audisio - già direttore del Museo Nazionale della Montagna di Torino - con l’obiettivo di valorizzare le espressioni artistiche contemporanee dell’ area alpina. Le sculture saranno installate in una affascinante collocazione, sotto gli alberi di fronte alla Villa Koliba, sede del Museo dei Tatra, e in parte all’interno della stessa. «Sono veramente felice - commenta Donato Savin - di avere l’occasione di portare così lontano le mie divinità di pietra, anche perché l’invito è arrivato direttamente da un importante Museo nazionale polacco. Si tratta di un grande riconoscimento per il mio lavoro e questo fatto rappresenta per me una notevole soddisfazione.»
Donato Savin presenterà quindi al pubblico di Zakopane le sue opere sorprendenti, interpretazioni straordinarie del legame tra la figura umana e la natura in uno dei suoi elementi più forti. Sono infatti le pietre della Valle d’Aosta, a trasformasi, con pochi sapienti e mirati interventi, in figure femminili eteree e sognanti, evocando luoghi lontani, atmosfere sospese, costumi esotici, abiti sontuosi. Abilissimo osservatore, lo scultore di Cogne ricorda come «L’idea delle stele mi venne al Museo Archeologico di Aosta ed iniziai a cercare pezzi di scisti di quel tipo, con la spaccatura naturale, con la superficie cosparsa dai licheni. Le mie opere sono aperte a ogni interpretazione. Io vedo degli Dèi, principalmente femminili, che salgono verso l’alto; quando non ci sarò più, saranno testimoni del mio passaggio nella vita terrena.»