Cannes, al film Le Otto Montagne il Premio della Giuria del Festival
Il sogno di vedere la Val d’Ayas sul grande schermo, quasi come un personaggio del film, è stato coronato dal Premio della Giuria del Festival del Cinema di Cannes, assegnato sabato 28 maggio, a Le Otto Montagne, tratto dall’omonimo libro di Paolo Cognetti - vincitore del Premio Strega nel 2017 e tradotto in 40 lingue -, diretto dai registi belgi Felix van Groeningen e Charlotte Vander-meersch, unici presenti alla premiazione, mentre gli attori protagonisti, Alessandro Borghi e Luca Marinelli, e lo stesso Cognetti erano collegati a distanza. Il lungometraggio è stato premiato ex ae-quo con Eo di Jerry Skolimowski. «Già la prima proiezione, mercoledì 18 maggio, a Cannes, ci aveva regalato non poche emozioni, ma la cerimonia di premiazione seguita a distanza ci ha ripagato del lavoro di ricerca dei luoghi più adatti per le riprese, iniziato un anno prima dell’avvio del set», commenta la direttrice della Film Commission Vallée d’Aoste Alessandra Miletto, molto soddisfatta del premio, assegnato dalla giuria all’opera ritenuta più interessante e originale. «Abbiamo girato sia nell’estate sia a dicembre 2021 - aggiunge Alessandra Miletto - e questo lasso temporale così esteso ha reso produzione e attori parte integrante della comunità di Brusson, nella quale i creatori hanno vissuto e hanno investito anche sul territorio che ne costituisce la scenografia, stanziando oltre un milione di euro tra il restauro di parte della scuola di Graines e di un alpeggio precedentemente abbandonato, ai quali hanno donato nuova vita».
Per l’uscita nelle sale si ipotizza la data di mercoledì 21 dicembre, ma non è confermata dalla produzione.
«Non potevamo chiedere nulla di più. - ammette Alessandra Miletto - Era già una vittoria inattesa avere il film in concorso a Cannes che aveva suscitato un interesse enorme sul film e sulla Valle d’Aosta. Dopo la premiazioni, insieme alla produzione, stiamo costruendo una mappa dei luoghi della pellicola. Il film è stato già venduto in diversi Paesi europei e non solo, sarà visto anche nel nord e sud America e porterà la Valle d’Aosta nel mondo. Del resto il tema universale dell’amicizia tocca un po’ tutti. Parlandone anche con Paolo Cognetti, è emerso come i due linguaggi diversi della letteratura e del cinema si siano perfettamente integrati, realizzando un passaggio che non deluderà i lettori».
Si considera molto fortunato Paolo Cognetti per aver assistito alla creazione di quest’opera e per aver dato il via a questa “avventura”: «Tutto è iniziato quando i registi Felix van Groeningen e Charlotte Vander-meersch - ricorda Paolo Cognetti - sono arrivati a Brusson ormai tre anni fa, nell’estate 2019, per avvicinarsi alla storia, al paesaggio e ai miei amici del luogo. Piano piano sono entrati nelle loro vite, e questo si è riflesso sullo schermo. Le Otto Montagne non è la mia autobiografia, ma raccoglie tanti elementi fondamentali nella mia vita. Nei momenti in cui c’era tutta la troupe erano presenti 80 persone a Brusson, in alta montagna e perfino sul ghiacciaio. Un aspetto complicato per la produzione ma che ha dato una patina di realtà al film».