Conto alla rovescia per il referendum sulla giustizia: si voterà domenica 12

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Anche in Valle d’Aosta domenica 12 giugno, dalle 7 alle 23, si voterà per quello che è stato battezzato il referendum sulla giustizia promosso dalla Lega e dai Radicali. Tra leggi note soprattutto agli addetti ai lavori, commi e vocaboli in burocratese, il rischio di non raggiungere il quorum necessario affinché venga validato è molto alto. I quesiti, infatti, riguardano l’esclusione delle elezioni politiche per persone che sono state condannate (la famosa legge Severino), l’eliminazione o meno dell’istituto della “reiterazione del reato” - quindi il ripetersi continuo da parte di un individuo della commissione di reati - dall’insieme delle misure cautelari che consentono l’arresto della persona, la separazione delle carriere all’interno della magistratura e cioè la questione dell’impedire o meno a magistrati (chi decide) e pubblici ministeri (chi accusa) di avere la stessa carriera, scegliendo all’inizio se si vuole lavorare come magistrato oppure come pm. E ancora: le pagelle ai magistrati, cioè si chiede all’elettore se vuole che l’operato del magistrato possa essere valutato dai membri di Consiglio direttivo della Cassazione e dei consigli giudiziari, avvocati compresi, e le nomine dei membri del Consiglio superiore della magistratura (l’organo di governo della magistratura italiana), con riguardo all’obbligo o meno di raccogliere da 25 a 50 firme per potersi candidare al Csm. Sarà un referendum abrogativo, cioè una consultazione popolare per capire se gli italiani vogliono mantenere alcune norme già presenti o le vogliono abrogare (quindi cancellare) dal nostro ordinamento. Chi le vuole mantenere in vigore deve rispondere “no”, chi le vuole cancellare deve rispondere “sì” ai quesiti posti nelle schede. Per essere valido, il referendum deve raggiungere il cosiddetto quorum, ovvero la partecipazione di almeno il 50 per cento +1 degli elettori. Inoltre, per andare in porto e abrogare le norme contenute nei quesiti, il “sì” deve raggiungere la maggioranza dei voti (il 50 per cento +1). In caso contrario (se vincono i no) restano in vigore le leggi attuali.

Ma quali sono le indicazioni di voto dei partiti in Valle d’Aosta? L’Union Valdôtaine, tramite la presidente Cristina Machet, in una nota invita a recarsi alle urne ma, vista la delicatezza degli argomenti, lascia la libertà di scelta tra il “sì” e il “no”. Una posizione identica viene espressa da Albert Chatrian per Alliance Valdôtaine: «Come autonomisti riconosciamo da sempre un valore inestimabile agli strumenti del confronto democratico, perciò invitiamo tutti ad andare a votare secondo coscienza». Il Partito Democratico a livello locale si attiene alla posizione nazionale che opta per la libertà di voto anche se il segretario Enrico Letta ha ammesso che «In caso di vittoria» questi referendum «Aprirebbero più problemi di quanti ne risolverebbero». Il Movimento 5 Stelle è per il “no”.

Sul fronte del “sì”, invece, sono allineati la Lega Vallée d’Aoste, Forza Italia, Stella Alpina e Pour l’Autonomie. A tal proposito il Comitato per il “sì” a livello locale è guidato dal consigliere regionale della Lega Paolo Sammaritani che riunisce Forza Italia Valle d’Aosta e Italia al centro, il progetto politico di Matteo Renzi e Giovanni Toti. Più articolata, infine, la posizione di Fratelli d’Italia che invita a votare “no” all’abolizione della legge Severino e ai maggiori limiti alla custodia cautelare e sì agli altri 3 quesiti referendari.

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