Università, in 10 anni sono calate del 25% le iscrizioni
In 10 anni, l'Università della Valle d'Aosta ha perso il 25 per cento dei suoi iscritti, vale a dire 317 studenti, e quest'anno, per la prima volta, le iscrizioni sono scese sotto le 1.000 unità. Lo ha detto in Consiglio Valle l'assessore regionale all'Istruzione Luciano Caveri, rispondendo ad un'interrogazione presentata in aula dalla consigliera del Progetto Civico Progressista Chiara Minelli.
«Il confronto tra l'anno accademico con maggiore numero di iscritti, tra il 2010 e il 2011, e quello con minore numero di iscritti, tra il 2021 e il 2022, evidenzia che si è passati da 1.244 a 927 iscritti, con una differenza quindi di 317 iscritti, pari a una diminuzione del 25 per cento», spiega Luciano Caveri. «Questo calo - aggiunge - è spiegato nella misura dell'80 per cento dalla disattivazione di 2 corsi di laurea, Scienze dell'educazione e la magistrale di Psicologia». Negli ultimi anni, l'andamento delle iscrizioni si è invece stabilizzato: dall'anno accademico a cavallo tra il 2016 e il 2017 al 2020-2021 la flessione degli iscritti è del 2 per cento.
Luciano Caveri segnala anche «che l'Ateneo ha sempre garantito, anche in risposta a specifiche esigenze del territorio, l'attivazione di ulteriori percorsi formativi - manageriali, sanità, educatori professionali» e si è detto disponibile ad approfondire meglio i dati in quinta commissione.
L'Università della Valle d'Aosta ha chiuso il 2021 con un utile di 800mila euro. Il consiglio dell'Università ha deciso, con la forte opposizione della componente accademica, di destinare oltre 600mila euro per le spese della nuova sede nell'ex caserma Testafochi, ad Aosta, in particolare per dotazioni informatiche. «La componente accademica aveva chiesto che almeno un terzo delle risorse fosse impiegata per alleviare i pesanti tagli dell'ultimo anno alla didattica, alla ricerca ed alle iniziative sul territorio» scrive la Flc-Cgil in una nota. Ma il consiglio ha «deciso di non tener per nulla conto di chi poi si trova quotidianamente a tenere in vita le ragioni fondanti di un Ateneo, la didattica e la ricerca, focalizzando invece le risorse sul cantiere».
La Cgil sostiene che per il nuovo ateneo saranno spesi «sicuramente oltre 40 milioni, forse alla fine anche oltre il tetto dei 50 milioni di euro». Nonostante questo investimento, «i nuovi spazi si sono già rivelati insufficienti, inadatti e non immediatamente agibili per le attività dell'ateneo. Per questo si dovranno usare più sedi - non si sa per quanto tempo - e sarà necessario spendere cifre significative per adeguarle, a partire da 115mila euro dell'attuale avanzo per trasformare le aule a uffici in strada Cappuccini».