Giulio Ciccone vince nella grande festa di Cogne Il Giro d’Italia in Valle d’Aosta tra due ali di folla

Giulio Ciccone vince nella grande festa di Cogne Il Giro d’Italia in Valle d’Aosta tra due ali di folla
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Emozioni a non finire, grande spettacolo e un bagno di folla incredibile hanno caratterizzato il 29esimo arrivo in Valle (il secondo a Cogne dopo 37 anni) del Giro d’Italia con la 15esima tappa di 177 chilometri da Rivarolo a Lillaz, corsa dai corridori di 28 nazioni a un ritmo folle, nonostante le 3 salite di giornata, con le prime 4 ore a sfiorare i 40 chilometri di media.

L’accoglienza è stata calorosa in tutta la regione per la carovana pubblicitaria e la corsa con 2 ali di folla a Pont Saint-Martin, Verrès e via via salendo sino alla fontana con l’acqua rosa del Pont Suaz, tanti stranieri con le bandiere di ogni continente, gli svizzeri e un gruppo di sportivi di Gressan a trasformare Les Fleurs nel tempio della raclette e ancora l’arrampicata da Aosta a Verrogne e la grande festa di Cogne invasa sin dal sabato da moltissimi tifosi, intere famiglie e migliaia di camper dal mondo intero per la grande soddisfazione del sindaco Franco Allera, del presidente del comitato di tappa Giuseppe Lamastra e dell’assessore regionale Jean Pierre Guichardaz, salito in bicicletta insieme a Marco Albarello e ad altri campioni come Andrea Tafi e Damiano Cunego con la 12esima tappa del Giro E per bici elettriche, 60 chilometri da piazza Chanoux di Aosta a Lillaz.

Un investimento di circa 300mila euro che ha dato riscontri eccezionali. E poi è arrivata la 13esima vittoria italiana in Valle con l’abruzzese di Chieti Giulio Ciccone che con una bella impresa solitaria ha colto il suo terzo successo nella corsa rosa e ha rimediato al crollo nella tappa del Block Haus nel suo Abruzzo quando è uscito dall’alta classifica. Era prevedibile che andasse via la fuga da lontano con uomini in ritardo in classifica e così è stato, mentre in gruppo la Ineos della maglia rosa Richard Carapaz ha sempre controllato autorevolmente la corsa con grande ritmo e non ha lasciato partire nessuno se non concedere qualche minuto al filosofo in bicicletta francese Guillaume Martin, comunque non vicinissimo al primato in classifica. Dopo una rocambolesca caduta in Canavese, finita senza danni in un prato per un gruppetto con la maglia rosa Carapaz e il britannico Simon Yates, ci sono stati vari attacchi e poi è partita tra Chambave e Fénis la fuga prima di 5 uomini che poi sono diventati 28 per sgranarsi sui 2 Gran Premi della Montagna e nel finale. A Pollein il traguardo volante è stato vinto dal belga Dries De Bont, tra i 28 in fuga il meglio piazzato era l’olandese Thymen Aresman a oltre 11 minuti ma c’erano uomini importanti come l’olandese Bauke Mollema e Giulio Ciccone. A Les Fleurs l’olandese Koen Bouwman è andato a conquistarsi la maglia azzurra degli scalatori (rafforzata martedì 24 nella tappa del Mortirolo e mercoledì 25 sulle montagne trentine) e poi sulla salita di Verrogne si è confermato il re di questa arrampicata Giulio Ciccone che già nel 2019 (nella tappa che regalò a Courmayeur la maglia rosa e poi il Giro a Richard Carapaz) transitò primo sulle montagne di Saint-Pierre. A 18 km dalla conclusione, appena dopo Aymavilles, sulla dura salita della Poya è partito l’affondo dell’abruzzese che al traguardo è scoppiato in lacrime e ha gettato al pubblico gli occhiali come fece nel 2019 a Ponte di Legno, quando vinse sul ceco Jan Hirt.

Giulio Ciccone, ex maglia gialla al Tour, ha parlato di Cogne della sua vittoria più bella su strade amiche già da dilettante. A 1 minuto e 31 dal teatino della Trek-Segafredo ha fatto esultare i tanti tifosi colombiani e i numerosi radio e telecronisti (tra cui l’ex maglia gialla Victor Hugo Pena) il promettente 22enne Santiago Buitrago (diventato a Lavarone il più giovane vincirtore di tappa colombiano della storia al Giro), terzo a 2’19” lo spagnolo Antonio Pedrero e sgranati ad oltre 3 minuti quarto il britannico Hugh Carthy, piantato proprio sulla Poya da Ciccone, quinto l’olandese Tuisveld, il giovane Covili, l’eritreo Tesfazion, gli olandesi Mollema e Leemireize e poi a 6’06” il francese Martin e a 7’48” il gruppo dei migliori guidato dal torinese Felline con 13esimo Carapaz, 14esima Almeida, 16esimo l’australiano Hindley (secondo in classifica a 7 secondi a Cogne), 18esimo Nibali, 22esimo Pozzovivo, 23esima l’ex maglia rosa, compagno di Ciccone, Lopez, 24esimo il 42enne Valverde e 25esimo Landa con i velocisti ad evitare il fuori tempo massimo a 38 minuti e mezzo dal vincitore.

E’ poi stata festa grande sul palco con il sindaco Franco Allera, l’assessore regionale Jean Pierre Guichardaz, Italo Cerise (per celebrare i 100 anni del Parco del Gran Paradiso) e vari sponsor a premiare il vincitore con il trofeo in magnetite realizzato da Donato Savin, la maglia rosa ecuadoregna Richard Carapaz che ha poi lasciato Lillaz in elicottero, la maglia azzurra olandese Koen Bouwman, la maglia bianca portoghese Joao Almeida e la maglia ciclamino francese Arnaud Demare. Cogne ha quindi incoronato un italiano a pochi giorni (6 giugno) dai 70 anni del primo arrivo del Giro in Valle d’Aosta di Pasqualino Fornara a Saint- Vincent e consegnato un Giro equilibratissimo, con una classifica generale che dal 1963 non era così poco corta nelle prime posizioni e che vedrà sicuramente Carapaz, Hindley e Landa a giocarsi tutto sulle ultime montagne prima della cronometro conclusiva di domani - domenica 29 - a Verona, dalla natura meravigliosa di Cogne alla romantica terra di Romeo e Giulietta.

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