Alberghi, emergenza manodopera Per la prossima stagione estiva mancheranno mille dipendenti «Journée de l’Amitié Valaisanne», partenariato con la Fondazione Barry di Martigny

Alberghi, emergenza manodopera Per la prossima stagione estiva mancheranno mille dipendenti «Journée de l’Amitié Valaisanne», partenariato con la Fondazione Barry di Martigny
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«Con Adava abbiamo instaurato delle sinergie importanti mettendo in piedi dei prodotti volti al rilancio dell’immagine della nostra regione, del turismo e dell’economia. - ha affermato l’assessore Jean-Pierre Guichardaz rivolgendosi agli associati - Voi albergatori e operatori turistici siete il tramite tra chi si occupa di valorizzare, conservare e tutelare i beni culturali e i turisti che possono apprezzare e portare il nome della Valle d’Aosta al di fuori dei confini: raccontate ai vostri ospiti le nostre bellezze e che sia un’ottima stagione per tutti».

«Abbiamo voluto organizzare questa giornata dell’amicizia perché, in modo particolare con la chiusura del Tunnel del Gran San Bernardo, ci siamo accorti dell’importanza del mercato svizzero e di quanto sia fondamentale promuovere un concetto d’internazionalità nella nostra offerta turistica. - ha aggiunto il presidente Adava Filippo Gérard - La stipula della convenzione che permette ai nostri ospiti di ottenere la gratuità del ritorno in Italia passando dal traforo è una forte dimostrazione di vicinanza al territorio e di interesse nei confronti dell’economia regionale e della ricerca di un interscambio proficuo: il tunnel rappresenta infatti un collegamento tra popoli ed economie, un importante legame tra le 2 vallate turistiche».

Nell’ambito della «Journée de l’Amitié Valaisanne», si è tenuta la conferenza di presentazione del partenariato con la Fondazione Barry di Martigny - nata nel 2005 per riprendere l’antico allevamento dei cani San Bernardo un tempo chiamati “cani Barry” - ed è stato possibile scattare una foto-ricordo con un simpatico esemplare e degustare la tipica Raclette du Valais di Eddy Baillifard, ambasciatore di questa specialità nel mondo oltre ai vini della Cave des Onze Communes di Aymavilles.

L’evento si è concluso con le visite guidate al Castello di Aymavilles, unico nel suo genere e frutto delle iniziative architettoniche dei diversi membri della famiglia Challant che nel corso dei secoli hanno adattato l’edificio alle esigenze e ai gusti più in voga.

«Questo castello appartiene a me e a coloro che mi succederanno» è il messaggio in lingua tedesca che accoglie il pubblico al portone d’ingresso di questo sito culturale dalla doppia anima, da un lato una dimora leggibile nelle sue fasi edilizie e dall’altro un museo con 18 sale espositive disposte su 4 livelli, 2 dei quali dedicati alla collezione dell’Académie Saint-Anselme. Attraverso la visita guidata e le installazioni multimediali i partecipanti hanno potuto scoprire la storia e le fasi salienti della trasformazione del castello legate agli Challant e ai Bombrini, industriali genovesi che nel 1857 acquistarono il castello per 50 mila lire. Degne di nota le decorazioni sulle porte e sulle ante presenti nelle sale risalenti agli anni Trenta e Quaranta del XIX secolo, come Napoleone in esilio a Sant’Elena o il ricorrente e misterioso uroboro, il serpente che si morde la coda. Gli associati hanno apprezzato anche la collezione dell’Académie - fondata nel 1855 dall’allora Priore di Sant’Orso Jean-Antoine Gal - con alcuni tra i reperti più pregiati, come lo splendido bassorilievo del 1440 in alabastro gessoso di Santa Caterina d’Alessandria realizzato dalla bottega di Stefano Mossettaz, la sezione dedicata alla numismatica con oltre 2.300 esemplari tra monete e medaglie, oltre alle armi, i mobili e la mirabilia. La camera di Madama Giovane – al secolo Giuseppina Allegroni, dama di compagnia di Teresa di Challant e sposa del figlio Vittorio Cacherano Osasco della Rocca, ultimo discendente della casata - è l’unica stanza che ricrea in maniera realistica un arredo dell’epoca: il letto a baldacchino è stato infatti riprodotto sulla base della fattura del 1838 di un tappezziere torinese. Infine, all’ultimo piano, è stato possibile ammirare la meravigliosa carpenteria lignea del Quattrocento perfettamente conservata e scoprire le fasi architettoniche e costruttive del castello grazie ai modelli lignei e ai filmati che mostrano i cambiamenti strutturali in un viaggio a ritroso nel tempo.

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