I cappelli che fanno gola: dieci ristoranti valdostani inseriti nella guida dell’Espresso

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Sono 10 i ristoranti della Valle d’Aosta inseriti nella guida dell’Espresso «Ristoranti e vini d’Italia» dove i simboli dell’eccellenza sono rappresentati dai «cappelli». Il massimo punteggio, 5 cappelli, è riservato a pochi nomi altisonanti nel panorama italiano, 18 ristoranti in tutto (come quello di Carlo Cracco a Milano) e comunque nella nostra regione, per la precisione a Courmayeur, troviamo un prestigioso «4 cappelli» che è andato allo chef Paolo Griffa del Petit Royal del Grand Hotel Royal and Golf di Courmayeur che è anche ristorante stellato. In tutta Italia questo riconoscimento è andato a soli 35 ristoranti.

I 2 cappelli sono andati al ristorante Vecchio Ristoro di Aosta, chef Filippo Oggioni e sommelier Paolo Bariani. «E’ sicuramente un piacere vedere riconoscere i nostri sforzi e il nostro lavoro. - commenta Paolo Bariani - Come è importante la crescita complessiva del livello della ristorazione nella nostra regione». Aperto nel luglio del 2019, subentrando alla storica gestione di Alfio Fascendini, il giovane team si è subito dimostrato all’altezza della fama del locale. Nel 2021 ha ottenuto la stella Michelin a cui si è poi aggiunto nello stesso anno il riconoscimento de L’Espresso, con un cappello. E ora il «doppio cappello»

Con 1 cappello sono stati premiati ben 8 ristoranti, in varie località della regione: ad Aosta il Stefenelli Desk, a Champoluc di Ayas il Summit Restaurant di Camp Zero, a Breuil-Cervinia La Chandelle dell’Hotel Hermitage, a Saint-Pierre l’Osteria Due Passi dell’albergo la Meridiana, a Saint-VIncent Le Grenier, a Cogne il Petit Restaurant dell’Hotel Bellevue, a Gignod La Clusaz e a Morgex il Café Quinson.

Il Stefenelli Desk di Aosta condotto dallo chef Marco Stefenelli è aperto da poco più di 2 anni. «Non ce lo aspettavamo, per questo siamo particolarmente soddisfatti. - afferma lo chef del ristorante che è anche segnalato sulla Guida Michelin e su quella di Paolo Massobrio - Il merito va però a tutto il nostro team che ha creduto in questo progetto. Per noi è un a gratificazione grandissima che ci spinge a fare ancora del nostro meglio. Veniamo da un periodo difficile - abbiamo aperto in piena pandemia - e quindi il riconoscimento è ancor più apprezzato».

Un cappello pure al Petit Restaurant dell’Hotel Bellevue di Cogne che si appresta ad inaugurare una grande stagione con l’arrivo proprio in questi giorni dello chef Paolo Viganò. «Il Petit riapre martedì prossimo, 24 maggio, dopo mesi di chiusura. - dice la titolare Laura Roullet - Il nostro nuovo chef è giovane però con parecchia esperienza, maturata anche all’estero, non vediamo l’ora di farlo conoscere alla nostra clientela».

Il riconoscimento della nota guida de L’Espresso è andato inoltre a La Clusaz, storico locale di Gignod. Soddisfattissimo lo chef Piergiorgio Pellerei: «Per noi è uno stimolo a continuare ad andare avanti su questa strada. Dopo il faccino radioso della guida “Il Golosario” di Paolo Massobrio per il 2022, questo nuovo riconoscimento ci sprona a fare ancora meglio, anche se poi la migliore gratifica ci arriva dai nostri clienti» commenta lo chef che è ai fornelli insieme a Thierry Buillet. Il locale della aveva riaperto lo scorso 4 novembre, con la nuova gestione subentrata a quella storica di Maurizio Grange e Sevi Math. Entrambi gli chef lavoravano già nella cucina de La Clusaz.

Conferma puree per il Cafè Quinson di Morgex, anche se lo chef e titolare Agostino Buillas non nasconde le sue preoccupazioni per il periodo difficile che ha attraversato tutto il settore della ristorazione. «L’inverno sicuramente è stato inferiore alle nostre aspettative e anche i rincari delle materie prime per mandare avanti il locale non hanno aiutato. - dice lo chef – Inoltre è venuta completamente a mancare tutta la fetta degli stranieri. Ora speriamo nella bella stagione. Il cappello? Ci fa piacere naturalmente, personalmente credo che la vera attrattiva per fare muovere la gente siano i riconoscimenti della Guida Michelin, molto seguita anche all’estero».

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