Sci, numeri da stagione pre Covid Il fatturato totale sfiora 86 milioni
Il fatturato totale sfiora gli 86 milioni di euro e ricalca quello dell'ultima stagione invernale pre-Covid, a cavallo tra il 2018 e il 2019, quando le mascherine, il green pass e il distanziamento personale erano pura fantascienza. Dopo un inverno andato a vuoto, in Valle d'Aosta il mondo dello sci e degli impianti a fune è tornato a brillare. La poca neve, le restrizioni Covid e l'ombra di una guerra ai confini dell'Europa non hanno bloccato l'onda della ripartenza, che ha abbracciato trasversalmente tutti i comprensori sciistici valdostani, dal Monterosa Ski a Courmayeur, da Breuil-Cervinia a Pila e La Thuile, passando per le stazioni più piccole. «Questo risultato ci rende doppiamente soddisfatti - commenta Ferruccio Fournier, presidente dell'Avif, l'Associazione valdostana degli impianti a fune - in primis perché c'è il risultato economico e poi conferma l'efficacia delle procedure che avevamo messo in piedi per far sì che l'utilizzo degli impianti avvenisse nel rispetto delle regole previste dai protocolli, senza creare grandi code o situazioni di disagio ma garantendo tutte le misure di sicurezza».
Oltre agli ottimi incassi - a partire da Breuil-Cervinia che chiude con un più 6 per cento di fatturato sull'inverno 2018-2019 - la stagione sciistica appena archiviata è stata però segnata da una generale riduzione delle presenze nei diversi comprensori valdostani: i primi ingressi sono stati 2,7 milioni in tutto, vale a dire il 12 per cento in meno rispetto ai 3,1 milioni dell'ultima stagione senza restrizioni. A pesare è stata la riduzione della clientela straniera. «II dato che viene a mancare sui primi ingressi è in particolare riferito a quel turismo e ha pesato in maniera differenziata da località a località» spiega l'assessore regionale allo Sviluppo economico - con delega agli impianti a fune - Luigi Bertschy.
«Noi stiamo analizzando i dati sui giornalieri, sui plurigiornalieri e sui settimanali venduti - il turista straniero è infatti quello che solitamente fa più giorni di sci e sta maggior tempo in Valle d'Aosta - e alla fine di questa analisi - prosegue Luigi Bertschy - avremo una valutazione corretta, che potrà anche essere utile nella fase di investimento per la promozione della prossima stagione, perché è bene sapere chi non è potuto venire in Valle d'Aosta». A complicare la situazione è stata anche la mancanza della neve. Dopo una prima spolverata agli inizi di dicembre e qualche sporadica nevicata in quota nei mesi successivi, la dama bianca è tornata in Valle solo nella seconda metà di marzo. Grazie agli investimenti fatti negli anni dalle diverse società degli impianti a fune sull'innevamento artificiale, si è comunque potuto sciare in condizioni ottimali per tutta la stagione. «Abbiamo lavorato negli ultimi 20 anni affinché tutte le piste siano innevate al 100 per cento - aggiunge Ferruccio Fournier - ecco perché le condizioni climatiche oggi ci preoccupano molto meno: la tecnologia ci aiuta e in condizioni difficili possiamo comunque garantire sia l'inizio della stagione sia un innevamento buono durante tutto l'inverno».
Per i piccoli pronti 2 milioni di euro
Lunedì scorso, 16 maggio, la Giunta regionale ha deciso di sottoporre all'esame del Consiglio Valle la proposta di legge che riguarda la concessione di contributi in favore delle piccole stazioni sciistiche di interesse locale. In ballo ci sono 2 milioni di euro. L'iniziativa «intende far fronte alla situazione di svantaggio strutturale e dei fenomeni di spopolamento delle aree montane - scrive la Regione in una nota - sostenendo la continuità di servizio, anche nei periodi di stagione invernale caratterizzati da bassa affluenza di utenti, delle piccole stazioni sciistiche», in quanto «essenziali per il mantenimento delle connesse attività economiche operanti sul territorio e per il rilancio demografico e socio-economico, in un'ottica di rafforzamento della coesione economica e sociale del territorio regionale».