“Cogne attende l’evento con entusiasmo”
In un paese come Cogne dove il fondo, il ciclismo, il trail e tutti gli sport di fatica sono religione e c’è grande cultura e passione sportiva Giuseppe “Pippo” Lamastra, 37 anni avvocato, ricopre molti ruoli, da vice-sindaco a maestro di sci e di mountain bike, in cui è atleta di livello nazionale nella Silmax, vice-campione del Mondo di winter triathlon e campione europeo di duathon cross, ora è presidente del Comitato Tappa del Giro.
Come è nata questa avventura? «Dall’autunno del 2020 abbiamo lanciato la candidatura forti del fatto che il Giro mancasse da Cogne da 37 anni e della ricorrenza dei 100 anni del Parco del Gran Paradiso, poi l’abbiamo caldeggiata da febbraio con la Regione - sostiene Giuseppe Lamastra - e con gli organizzatori di RCS abbiamo subito avuto un ottimo rapporto basato sulla serietà e la grande professionalità di Mauro Vegni e del suo staff.»
Cosa rappresenta il Giro d’Italia per Cogne? «Grande soddisfazione e una grande occasione di promozione turistica nel mondo intero, dimostrando che Cogne è sì una culla dello sci nordico in inverno ma che offre tutto l’anno grandi opportunità anche nel settore delle 2 ruote, dal ciclismo su strada alla mountain bike.»
Sui costi Giuseppe Lamastra non si pronuncia ma è risaputo che per 1 tappa come questa il contributo da versare a RCS La Gazzetta dello Sport non è inferiore ai 250mila euro, l’80 per cento con fondi regionali e il 20 per cento ripartito tra il Comune e gli operatori turistici di Cogne oltre alle spese per promozione, le manifestazioni collaterali e l’asfaltatura delle strade, regionali o comunali come quella verso Lillaz.
Quale ruolo ha il Comitato Tappa? «Garantire l’accoglienza all’intera carovana, fornire le strutture e le condizioni ottimali delle strade per la viabilità, predisporre la sala stampa e la sede dell’organizzazione in palestra e il piazzale per il grande paddock dei mezzi dell’Open Village e delle televisioni nell’area adiacente al cimitero di Cogne dove sarà esposto il “Trofeo senza Fine” e dove arriverà anche la variopinta carovana pubblicitaria che non salirà a Lillaz, per le ammiraglie ci sarà il parcheggio a Revettaz e per gli enormi bus delle squadre a Aymavilles, organizziamo poi la “Notte Rosa” e al resto pensa tutto la navigata organizzazione, abbiamo già più di 200 camere occupate il sabato sera e una trentina la domenica, sarebbero molte di più, centinaia in più, se la tappa ripartisse dalla Valle d’Aosta e non ci fosse il giorno di riposo e il trasferimento a Salò.»
Quale è stata la risposta del paese all’avvenimento? «C’è entusiamo, tutti hanno capito la portata dell’evento e in tanti ricordano ancora oggi quanta gente portò a Valnontey ed a Cogne il Giro d’Italia del 1985 che non era certo ancora di dimensioni gigantesche come oggi.» Al vincitore rimarrà qualcosa di Cogne? «Sì, un grande artista come Donato Savin ha offerto al Comitato Tappa e al vincitore a Lillaz un bellissimo trofeo realizzato con la magnetite estratta dalle miniere di Colonna che raffigura ai bordi i lineamenti del Gran Paradiso e in una venatura il profilo altimetrico dell’ultima salita da Aymavilles a Lillaz.»
Tra le tante iniziative collaterali (vedi servizio in basso) allungherete le manifestazioni per una settimana. «Certo, dalla cicloscalata e la “Notte Rosa” del sabato con il concerto degli Orage a iniziative tutta la settimana sino alla nostra “Gran Paradiso Bike” di domenica 29.” Per lei chi vincerà il Giro? “Credo Richard Carapaz.” E la tappa di Cogne? “Penso a un passista veloce, sarebbe bellissimo vedere Alejandro Valverde trionfare a 42 anni ai piedi delle cascate di Lillaz e in un Parco del Gran Paradiso che ospitò già nel 2019 un bellisimo arrivo sull’altro versante a Ceresole al Lago del Serrù vinta dal russo Ilnur Zakarin.».