Luigi Lanier, tra Saint-Pierre e la Val di Rhêmes una vita da imprenditore coraggioso e visionario
Cresciuto tra montagne simbolo per la Valle d’Aosta - la Grivola, il Mont Fallère e la Granta Parei - Luigi Lanier ha diviso la sua vita tra Saint-Pierre e la Valle di Rhêmes. Nasce il 20 febbraio 1934 da Attilio e Luigia Luboz di Saint-Pierre. E’ il secondogenito dopo la sorella Carla, maggiore di 5 anni. D’inverno Luigi Lanier frequenta la scuola a Saint-Pierre e nel tempo libero, sin da piccolo, si diverte con vecchi sci di legno e attacchi costituiti da semplici cinghie, sui pendii davanti a casa e a Saint-Nicolas. D’estate con la sorella Carla trascorre 3 mesi a Rhêmes-Notre-Dame, nell’alpeggio di Fos. La famiglia possiede anche gli alpeggi di Goletta, riservati ai manzi, quelli di Champterré, Barmaverain e Thumel e poi ancora, ereditati dalla zia Ines, Croux, Lavassey e Basei. Il papà Attilio oltre a una ventina di mucche di proprietà, ne montica un’altra ottantina in affitto.
Da quando ha dieci anni, per alcune estati, trascorre un mese nella colonia marina di Santa Margherita Ligure, ma a Fos passa il resto delle vacanze, anche quando frequenta la quinta elementare ad Aosta nel Convitto Principe di Napoli e poi le medie a Torino, nel collegio delle suore di san Giuseppe. Dai quattordici anni d’estate è sempre in Valle di Rhêmes, nella casa del villaggio di Oreiller.
Dopo il servizio militare comincia subito a occuparsi dei frutteti e degli alpeggi ereditati e con spirito imprenditoriale nel 1957 ristruttura l’alpeggio di Lavassey, e rifà completamente quello di Goletta. Negli anni successivi rimette a nuovo due volte l’alpeggio di Verdjouan, sopra Vétan. Frequenta Franca Branche di Pré-Saint-Didier e la sposa nel 1962. Dal matrimonio nascono Patrizia, alla fine del 1962, Marc nel 1963 e dopo quasi vent’anni, nel 1981, Alain. Intanto nel 1960 Luigi con alcuni soci aveva dato vita a una fabbrica di oggetti in legno, La Grolla, con sede a Saint-Pierre. Nel periodo di massima attività contava trentacinque dipendenti. La ditta aveva anche un negozio di rappresentanza ad Aosta e poi esportava in Svizzera, Stati Uniti e soprattutto in Francia, dove c’era un magazzino a Lione, gestito da Luigi Donna, zio di Franca. .
Nel 1964 Luigi Lanier costruisce un ristorante, con annesso alberghetto di quattro camere, al lago del Pellaud, già di proprietà della famiglia. Per gli sforzi compiuti per valorizzare il settore turistico di montagna, su proposta dell’amico Guido Gonella, allora ministro di Grazia e Giustizia, Luigi Lanier è insignito dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica italiana e la riceve dalle mani del presidente Giovanni Leone il 5 luglio 1973. Nel corso degli anni Luigi Lanier continua a dedicarsi alla ricezione turistica: nel 1980 affitta la casa di Chanavey (ereditata dalla zia Ines), nel 1990 ristruttura e apre il ristorante di Thumel, dove finisce la carrozzabile della Valle di Rhêmes.
Nei primi anni Settanta Luigi Lanier, con alcuni soci, fonda l’Inca che costruisce cassette di legno per le mele e pallets. La dirige la moglie Franca fino alla chiusura, dopo una decina di anni di attività. A metà degli anni Ottanta fa costruire un nuovo edificio di fianco alla casa di famiglia a Saint-Pierre e nel 1986 vi inaugura la ferramenta “2M” dai nomi dei due soci, il figlio Marc e l’amico Mario Cortiana, che con Franca ha mandato avanti il negozio per trent’anni, fino a dicembre 2017.
Dal 2008 Luigi Lanier si dedica alla ristrutturazione degli alpeggi di Fos e di Fond nell’alta Valle di Rhêmes e trasforma Fond, il suo «luogo del cuore» in un posto tappa. E’ molto apprezzato da scialpinisti ed escursionisti ed è un complemento al vicino Rifugio Benevolo che nel 2012 è stato acquistato dalla società Lavassey di Mathieu Vallet e Micol Bovi, nipote di Luigi Lanier, già proprietario di una parte del rifugio e dei terreni circostanti.
Nel tempo libero Luigi Lanier si dedicava alla collezione di monete, francobolli, santini e cartoline e ha provveduto a far riordinare e catalogare il Fondo librario Lanier-Branche: opere varie, dalla geografia alla storia, dalla letteratura alle belle arti, dalle scienze sociali e politiche alla filosofia, oltre ad atti notarili dalla metà del Cinquecento all’Ottocento, tradotti e trascritti con l’intento di metterli a disposizione di studiosi e ricercatori.
Una serie infinita di interessi e di progetti insomma, come hanno ricordato i tanti che gli hanno portato l’ultimo saluto nel pomeriggio di mercoledì scorso, 11 maggio, nella chiesa parrocchiale di Saint-Pierre.