Borghi, i 20 milioni restano ad Arvier Il Tar ha respinto il ricorso di Bard

Borghi, i 20 milioni restano ad Arvier Il Tar ha respinto il ricorso di Bard
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Nessuna sospensiva. Non solo: il Tribunale amministrativo regionale della Valle d'Aosta ha deciso di entrare subito nel merito del ricorso del Comune di Bard, che si è opposto all'assegnazione dei 20 milioni di euro del Bando borghi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, prima a Fontainemore e ora ad Arvier. Martedì scorso, 10 maggio, il Tar ha dichiarato inammissibile il ricorso.

La presidente Silvia La Guardia e i giudici a latere Maria Ada Russo e Carlo Buonauro (estensore) hanno emesso una sentenza breve, al termine dell'udienza cautelare.

«La sentenza ribadisce la validità delle scelte attuate dall'amministrazione regionale all'interno del percorso che ha portato alla selezione del progetto pilota - si legge in una nota della Regione - scongiurando l'ipotesi che una sospensione della validità degli atti portasse al disimpegno delle somme destinate alla Valle d'Aosta».

Il progetto «Agile Arvier» sarà finanziato dal ministero della Cultura «con il quale la Regione e il Comune di Arvier hanno avviato nei giorni scorsi un confronto di dettaglio» conclude la Regione.

Nel corso di un recente incontro convocato dal Comitato tecnico per la verifica dei 21 Progetti pilota, cui hanno partecipato i rappresentanti della Regione Valle d’Aosta e del Comune di Arvier è infatti emerso «un giudizio positivo della proposta progettuale valdostana da parte dei rappresentanti ministeriali.»

In particolare, «è stato evidenziato come i due nuclei urbani storici - Arvier e Leverogne - collegati lungo la viabilità del comune di Arvier soddisfino i requisiti delle Linee di indirizzo e come la proposta progettuale abbia un affinamento metodologico notevole e presenti in partenza un’analisi accurata del contesto, sia dal punto di vista demografico sia sociale ed economico. Il progetto risulterebbe ben allineato ed integrato con le altre misure del PNRR, del FESR e di strategie regionali e il partenariato proposto è stato giudicato ampio e di valore. La strategia è stata inoltre valutata di ampio respiro e il Comune è risultato essere molto interessante, soprattutto per la ricchezza dei villaggi coinvolti che si legano mediante le attività proposte».

«Le sentenze si rispettano e non si commentano. Se non nelle sedi opportune». Lo scrive la sindaca di Bard, Silvana Martino, in una nota, l'indomani della sentenza del Tar che ha respinto il ricorso del suo Comune. Bard si opponeva all'aggiudicazione dei 20 milioni del «Bando borghi» prima al Comune di Fontainemore, poi a quello di Arvier.

Il Tar ha respinto il ricorso dell'amministrazione comunale della Bassa Valle perché la presentazione della candidatura alla misura del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, non era sostenuta da un atto collegiale del Comune: né la giunta, né il Consiglio hanno deliberato di partecipare al bando. Silvana Martino comunque entra nel merito: il ricorso era basato «su macroscopici vizi dell'originaria procedura selettiva avviata dall'Amministrazione regionale e ritenuti dalla stessa Regione potenzialmente “idonei a travolgere l'intera procedura”, l'hanno indotta ad adottare una repentina revoca in autotutela di tutti i relativi provvedimenti istitutivi, presupposti e conseguenti ripiegando su un'individuazione diretta del Comune di Arvier».

La Regione aveva escluso Fontainemore a causa di vizi di forma nella presentazione del bando. La sindaca di Bard aggiunge: «Se la procedura selettiva fosse stata lineare e le eccezioni mosse da Bard fossero state prive del cosiddetto “fumus boni iuris”, che interesse avrebbe avuto la Regione - una volta escluso il Comune di Fontainemore - a revocare l'intera procedura, esponendosi oltremodo, visto peraltro che il Comune di Arvier era secondo in graduatoria?». Le scelte della Regione «non sono state oggetto di giudizio, il che è cosa ben diversa dall'averle esaminate e dall'averne espresso un giudizio di legittimità. L'aver compensato le spese è peraltro un elemento sintomatico» conclude Silvana Martino.

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