JEAN AMÉRY

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JEAN AMÉRYJean Améry, pseudonimo di Hans Chaim Mayer, nasce a Vienna nel 1912 da padre ebreo e madre cattolica. Nel 1938, dopo l’Anschluss, fugge in Belgio dove entrerà nella Resistenza. Nel 1943 viene arrestato e torturato nella Fortezza di Breendonk, per poi essere deportato ad Auschwitz e Buchenwald, ed essere liberato a Bergen-Belsen nel 1945. Dopo la guerra cambierà nome per affermare una chiara discontinuità con il mondo tedesco. La sua opera più famosa è At the Mind's Limits: Contemplations by a Survivor on Auschwitz and Its Realities ma è in Necessity and Impossibility of Being a Jew che afferma la natura della propria identità personale «..come ebreo in altro senso, il senso di un ebraismo senza Dio, senza Storia, senza speranza messianica nazionale». Améry è uno dei testimoni più autorevoli della Shoah e il suo lascito filosofico e letterario uno dei più lucidi e originali. Si toglierà la vita a Salisburgo nel 1978.

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