Sgominata la banda che spacciava droga anche davanti alle scuole
Il problema dello spaccio di hashish e marijuana ad Aosta era stato segnalato da La Vallée Notizie con una serie di articoli a febbraio. Nei giorni scorsi è scattata un’operazione antidroga dei carabinieri per stroncare il fenomeno. Il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale, infatti, ha disposto 8 misure cautelari per cessione di stupefacenti nei dintorni della stazione ferroviaria, dei giardini davanti al Tribunale, degli istituti scolastici della zona e del “fossato” delle mura romane, che separa il terminale dei bus di via Carrel da via Matteotti.
Nell’ambito della medesima inchiesta a metà aprile era stato arrestato il 19enne di origini pakistane Tayyab Hassan. Nel corso di una perquisizione in casa sua i militari avevano scoperto un etto e mezzo di hashish. I 2 panetti di droga erano in parte già suddivisi in dosi. Inoltre erano stati rinvenuti un bilancino di precisione e 4.930 euro in contanti. Da qui l’arresto convalidato nei giorni seguenti.
Il divieto di dimora, che consiste nell’allontanamento dalla regione, è stato poi emesso nei confronti di altri 4 indagati. Si tratta dei 2 pakistanti Hassan Ghulam, 30 anni, di Aosta, e Hassan Shahzad, 21 anni, di Sarre, del cingalese Dishal Rasika Mihindukulasuriya, 24 anni, di Napoli, e del guineano Sene Embalo, 27 anni.
Per altre 3 persone, sempre originarie del Pakistan, il Gip ha stabilito il divieto di dimora ad Aosta, permettendo loro di abitare in altri Comuni valdostani. Si tratta di Ahmand Din Amin Muhammad, 36 anni, di Aosta, Asad Abbas Butt, 31 anni, di Villeneuve, e Rangazib Ali, 30 anni. Le misure erano state richieste dal pm Francesco Pizzato, che ha coordinato le indagini del Nucleo Operativo della Compagnia di Aosta dell’Arma e che, per alcune posizioni, aveva proposto la custodia cautelare in carcere.
Un nono indagato, anch’egli di origine straniera, si è reso irreperibile. Durante le indagini sono state sequestrate 2 dosi di crack e 29 grammi di hashish e di marjuana. Le numerose cessioni di droga ricostruite dai carabinieri avvenivano anche a minorenni, pure in prossimità delle scuole frequentate dagli stessi.
I militari hanno compiuto servizi di osservazione, controllo e pedinamento, fermando gli acquirenti e sentendoli. Hanno confermato anche decine di acquisti, spiegando che in alcuni casi il contatto avveniva su social network, con successivo incontro. Le cessioni avvenivano per 5, 10 o 20 euro: prezzi ridotti, ma talvolta lo stupefacente risulta essere passato di mano anche gratuitamente. Segno, per gli inquirenti, di un’amicizia raggiunta con i giovani clienti. E’ comunque stato accertato dagli inquirenti che alcuni degli 8 indagati non hanno svolto attività lavorativa recente. Tuttavia si sono rivolti ad agenzie per trasferire il denaro, con svariate operazioni a favore di altri soggetti, spesso nei Paesi d’origine.
Già al centro di precedenti polemiche in Consiglio comunale, per la sua natura di luogo di degrado - non a caso sono state installate delle telecamere per la videosorveglianza, il tratto a ridosso delle mura romane si è rivelato essere il luogo “perfetto” per lo spaccio. Infatti garantisce di restare defilati rispetto all’area circostante, nell’impossibilità di essere raggiunti dagli uomini delle Forze dell’Ordine senza essere notati, ma anche di essere immediatamente rintracciabili dai clienti.