Francesco Merlo, il medico condotto che aveva nel cuore Cogne e il mare
Era un medico di altri tempi, il dottor Francesco Merlo. Pacato e dotato di una sottile ironia, sulla scrivania l’inseparabile pipa, sapeva infondere serenità ai pazienti che si rivolgevano a lui con fiducia per visite accurate. Francesco Merlo è stato per 50 anni apprezzato e amato medico condotto in Valle d’Aosta. Era nato a Savona il 23 agosto 1925. Il padre Orazio, classe 1894, terzogenito di 6 figli, di famiglia cuneese, era entrato nelle Ferrovie dello Stato come impiegato. Inizialmente è assegnato a Breil, Breglio, stazione della linea Cuneo-Ventimiglia in territorio francese, e nel 1933 viene promosso e trasferito a Ivrea. Nel 1943 conseguita la maturità, Francesco Merlo si iscrive a medicina a Torino, per assecondare il sogno del padre, anche se la sua vocazione sarebbe stata la letteratura moderna. Dopo appena una decina di lezioni, mentre è ospite a Torino degli zii paterni Giuseppe detto “Pin” e Francesco, suo padrino, nell’ottobre del 1943 arriva la cartolina precetto. Nell’aprile precedente era stato riconosciuto abile e arruolato nelle truppe alpine. Pur dubbioso sul che fare, alla fine decide di rimanere nell’Esercito di Salò, anche per evitare ritorsioni sul padre, funzionario statale. Dalla Testafochi dove è destinato in un primo tempo, viene trasferito in un campo di addestramento della Wehrmacht, in Vestfalia. Nel novembre del 1944, dopo 6 mesi, il suo battaglione è in linea al Piccolo San Bernardo. Di ritorno dalla Germania ebbe modo di rivedere a Ivrea il padre che intanto si era ammalato. Francesco Merlo è mortaista e con i commilitoni era rimasto sopra Bourg Saint-Maurice fino ai primi di maggio del 1945, perché il comandante del reparto sul finire del conflitto aveva preso accordi con il Comitato di Liberazione Nazionale. Dovevano tenere le posizioni di confine fino all’arrivo degli americani per arginare la discesa in Valle d’Aosta delle truppe del generale De Gaulle. Tra il 29 e il 30 aprile, ormai senza munizioni, iniziarono a ritirarsi, il 4 maggio incontrarono gli americani ad Aosta e munito di lasciapassare Francesco Merlo raggiunse Ivrea. Un periodo della sua vita che è documentato nel libro “Soldats 1940 - 1945 i valdostani nella seconda guerra mondiale”, del quale era rimasto l’ultimo testimone. Conclusa la parentesi bellica, nell’ottobre del 1945 supera il primo esame di medicina, l’ultima gioia per il padre che muore 3 giorni dopo. Lo zio “Pin” lo rassicura dicendogli che avrebbe pensato lui a farlo diventare medico e Francesco Merlo si laurea il 13 novembre del 1950. Lavora come assistente volontario non retribuito alle Molinette, nel reparto di medicina generale del professor Angelo Allodi, seguito dall’assistente Domenico Anglesio. La tubercolosi e altre malattie infettive si diffondevano a macchia d’olio e da poco era stata scoperta la streptomicina. Non a caso la sua prima specialità è stata “Tisiologia e malattie dell’apparato respiratorio”. Per guadagnare qualcosa arrivano le sostituzioni di medici condotti: a Mazzé vicino a Torino, a San Martino Alfieri, in provincia di Asti, e a Pont-Saint-Martin dove giunge il 1° gennaio 1953. Con i primi guadagni si compra un Guzzino rosso poi sostituito con una Lambretta e quindi con una Fiat Topolino. Nel 1957 vince il concorso per la condotta di Cogne. In una domenica di giugno era andato a vedere il posto, rimanendo incantato dai prati fioriti. Era con la fidanzata Pieranna Garzone, conosciuta a Pont, e seduta stante le chiede di sposarlo. Dal matrimonio, celebrato nell’ottobre 1957, nascono nel 1958 Monique, oggi ingegnere, e nel 1963 Alessandra, laureata in economia. Un buon motivo per rimanere a Cogne è l’ospedaletto, come viene chiamata l’infermeria della Cogne, un vero e proprio piccolo ospedale con 25 letti, la radiologia, attrezzature per piccoli interventi chirurgici ed esami di laboratorio, la presenza continuativa di ostetrica e infermiere. Nonostante alcuni problemi legati alla viabilità, visto che mancano i paravalanghe, i guardrail e le gomme antineve e d’inverno la strada è spesso chiusa, Francesco Merlo assolve coscienziosamente i suoi compiti, lavorando talvolta 24 ore su 24, occupandosi anche di alcuni assistiti di Acque Fredde di Gressan che lui può raggiungere con il trenino della Cogne più agevolmente che il medico da Aosta, competente per territorio. L’attività spazia dalle visite generiche alle estrazioni dentarie, dalle suture di ferite alla riduzione di fratture e lussazioni e all’assistenza ai parti. Così il dottor Francesco Merlo si specializza in ortopedia e traumatologia. Durante gli anni della condotta ha modo di assistere personaggi dello spettacolo come Renato Rascel e della politica: Pietro Nenni, Palmiro Togliatti e Nilde Jotti. L’avventura cognense finisce nel 1976, quando Francesco Merlo si trasferisce ad Aosta, fornendo la sua opera dapprima come medico condotto, poi come mutualista, fino al 1995. Aveva più tempo libero e perciò cominciò a viaggiare: la Patagonia, l’isola di Pasqua, il Brasile, il Giappone, gli Stati Uniti, le isole Shetland. E poi, visto che amava il mare come la montagna, da autodidatta ha cominciato ad andare in barca a vela, dapprima su uno Zef, una piccola deriva da diporto e poi su un Laser, fino ad avere in comproprietà un cabinato, il Lilly Sweet. È mancato all’età di 96 anni martedì 26 aprile nella sua casa a Roppoz di Porossan. Pazienti, colleghi, amici e parenti lo hanno affettuosamente salutato ieri, venerdì 29, nella Sala del commiato del Cimitero di Aosta.