Il Pd chiede al Governo Draghi la proroga delle concessioni
Prorogare fino a 20 anni le concessioni per grandi derivazioni d'acqua, i cui 2 terzi scadranno nel 2029, ridefinirne le condizioni, impegnare i gestori a fare investimenti e ad investire nella salvaguardia dei territori locali. Sono le richieste avanzate dal Partito democratico che ha invitato il Governo Draghi a fermarsi e a ragionare sull'articolo 5 della legge delega sulla Concorrenza che introduce «procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche secondo parametri competitivi, equi e trasparenti», prevedendo che il percorso di assegnazione delle concessioni sia avviato dalle Regioni entro il 31 dicembre 2022.
«Seppure consapevoli che il tema delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua sia una delle riforme che il Governo si è impegnato a fare con il Pnrr - si legge in una nota-, il Pd ritiene che procedere mediante bandi di gara europei, in questo momento storico, sia una scelta sbagliata», perché «nessun altro Paese europeo va in questa direzione, ma soprattutto perché il contesto generale è stato stravolto dalla guerra in Ucraina».
La proposta è sostenuta «senza esitazioni» dal Pd VdA, che afferma: «Non si tratta di una nuova forma di protezionismo, ma di ragionare su di un mercato europeo equo. Alcuni paesi hanno concessioni che durano 90 anni, altri con durata addirittura perpetua. Immaginare oggi per il nostro Paese, e per la nostra Regione, di consegnare ai grandi “player” internazionali un “asset” strategico come quello dell'energia è pericoloso e del tutto privo di lungimiranza. E tempo di immaginare un mercato sì libero, ma non vittima del liberismo più sfrenato».
Per il segretario regionale Luca Tonino, si tratta di «una proposta di buonsenso che apre nuove prospettive per il gruppo Cva. In questo momento serve serenità e qualche garanzia per il futuro». E aggiunge: «Chiediamo a tutte le forze politiche autonomiste e ai rappresentanti locali delle forze politiche nazionali di accompagnarci su questa proposta. La responsabilità e il bene della Valle d'Aosta, tante volte declamati ed enunciati soprattutto in questo periodo, devono diventare realtà: gli autonomisti e il centro destra sono disponibili a ragionare in questo senso?».